KARIN VIARD: LA STELLA FRANCESE QUASI INVISIBILE IN ITALIA

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Karin Viard
Karin Viard in “L’enfer”

Chi non la conosce e l’ha vista in queste settimane nel ruolo della madre in La famiglia Bélier di Eric Lartigau può aver pensato che fosse davvero sordomuta. Invece Karin Viard ha solo imparato i modi di espressione di chi non ha la parola, anche se ha onestamente ammesso di essersi limitata a utilizzare i più importanti, perché non riusciva a memorizzarli tutti. Altri forse ne ricordano solo il viso e la sua partecipazione a qualche film, parliamo ovviamente di quelli che sono stati distribuiti in Italia. Eccone alcuni per aiutare a rinfrescare la memoria: Delicatessen di Jeunet e Caro (1990), L’enfer di Danis Tanovic (2006) e i più recenti Potiche – La bella statuina di François Ozon (2010), Niente da dichiarare? di Dany Boon (2010), Polisse di Maiwenn Le Besco (2011) e La moglie del cuoco di Anne Le Ny (2014). Il carnet professionale di Karin Viard è però molto più ricco ed è rimasto in parte invisibile sui nostri schermi. Ed è un peccato perché Viard è sicuramente una delle più brave e versatili attrici francesi.

Karin Viard
Karin Viard in “Baby Blues”

Nativa di Rouen, ha mosso i primi passi in tv e a teatro, e oggi, a quasi cinquant’anni, ha già vinto due César (nel 2000 per Haut les coeurs! e nel 2003 per Baciate chi vi pare) a cui vanno aggiunte sei nomination. Tra L’enfer e Potiche ha recitato in altre 12 pellicole in cui ha saputo ricoprire i ruoli più diversi, cambiando stile di recitazione oltre al taglio e al colore dei capelli. Che si tratti di commedia o di dramma è sempre perfetta, sempre autentica, sempre senza fronzoli. È Â stata un’autrice televisiva in crisi sentimentale in La vérité ou presque (2007) di Sam Karmann; una donna che deve scegliere tra carriera e famiglia in Baby Blues (2008) di Diane Bertrand, accanto a Stefano Accorsi; la padrona di casa di un pranzo natalizio che rivelerà molte ipocrisie in Le code à changé (2009) di Danièle Thompson; la figlia di un anziano che ha deciso di sposare una donna moldava in Les invités de mon père (2010) di Anne Le Ny; una famosa conduttrice radiofonica alla ricerca della madre in Parlez moi de vous (2012) di Pierre Pinaud; una donna decisa a ritrovare la propria libertà in Lulu femme nue (2013) di Solveig Anspach; una moglie stressata e abbandonata in Week-ends (2014) di Anne Villacèque; la sorella incestuosa del protagonista di L’amour est un crime parfait (2014) di Jean-Marie e Arnaud Larrieu. Consigliamo a tutti coloro che vogliono completare la conoscenza di Karin di recuperare su Amazon france almeno i film citati qui sopra, siamo sicuri che non se ne pentiranno.

Valerio Guslandi