“LA FAMILLE BÉLIER”: DOPO “QUASI AMICI” È LA COMMEDIA FRANCESE DA NON PERDERE

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Prosegue il daily del nostro direttore Piera Detassis dai Rendez-Vous del cinema francese a Parigi. Puntata numero 3: La famille Bélier, nostro personale colpo di fulmine

DI PIERA DETASSIS

rendez-vous-du-cinema-francais-a-paris-2015In coincidenza con il momento peggiore della sua storia repubblicana, la Francia sforna due commedie irresistibili e che, da sole, bastano a sanare il box office (peraltro quest’anno particolarmente florido , come vi abbiamo raccontato nel daily del primo giorno dai Rendez-vous di Parigi). Di Non sposate le mie figlie, che preferisco chiamare con il titolo originale Qu’est-ce qu’on a fait au bon Dieu, abbiamo già parlato nella prima puntata (in Italia distribuisce IIF): dopo l’exploit di Quasi amici nessuno era riuscito a superare i 10 milioni di biglietti staccati, il film di Philippe de Chauveron ne ha fatti finora 12 milioni e mezzo. Ma il nostro colpo di fulmine, in un mélange perfetto di sorriso e commozione, è per La famille Bélier di Eric Lartigau (in Italia distribuirà Bim). Vale davvero la pena non perdersi questa storia ambientata in un paesino della campagna francese, nella fattoria dove vivono i genitori sordomuti Gigi e Rodolphe, fabbricanti di formaggi selvatici e anticonformisti, con i loro ragazzi, il piccolo Quentin, afflitto dallo stesso handicap e Paula, adolescente bionda, estrosa, e soprattutto parlante. È lei il collante fra il mondo esterno e la famiglia, che considera normale la propria condizione e non l’opposto; è lei a tradurre dai gesti le frasi spesso spudorate, e dunque censurate, dei genitori. Una vita di prigione e libertà, finchè entra in campo il professore di musica (Eric Elmosnino, strepitoso), un tipo che considera un eroe francese il cantante idolo delle “nonne” Michel Sardou e con lui la ragazzetta si addirittura soprano, pronta, fra mille indecisioni e rimorsi per il gap fra lei e i suoi, ad affrontare il concorso per entrare a Radio France a Parigi. Solo il fratello piccolo del film, Luca Gelbert, è sordo profondo nella vita, gli altri attori hanno lavorato sul linguaggio dei segni con virtuosismo (François Damiens è il padre rude e Karin Viard la madre isterica), ma la vera sorpresa è la naturalezza di Louane Emera, già rivelazione di The Voice versione francese, che nel ruolo di Paula alterna parola e gestualità per sordi e ti sorprende fino alle lacrime quando distilla la hit originale di Sardou Je vole e la rielabora con voce angelica e linguaggio dei segni evocativo ed emozionante. Seguono milioni di entrate al botteghino. Vive la France, che continua a sorridere…