LA VENDETTA È DONNA?: INCONTRO CON GIORGIA FARINA E IL CAST DI “HO UCCISO NAPOLEONE”

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ho ucciso napoleonePresentato a Roma Ho ucciso Napoleone, seconda regia di Giorgia Farina. Alla conferenza stampa, moderata dal nostro Direttore Piera Detassis, presenti la regista e il cast del film, nelle nostre sale dal 26 marzo in 270 copie

“La vendetta è donna?”. Domanda questa che nasce spontanea guardano Ho ucciso Napoleone, seconda regia, dopo il successo di Amiche da morire, di Giorgia Farina, ma anche il nome dell’incontro stampa, moderato dal Direttore di Ciak, Piera Detassis, che ha visto protagonisti la giovane regista romana e il cast del film, chiamati a raccontare la loro esperienza sul set e il loro punto di vista sulla femminilità e la vendetta, al cinema e non.

«C’è tutto dentro questo film. Tutto quello che riguarda una vita femminile contemporanea. A parte la vendetta, che secondo me è un termine che non esiste perché la vendetta femminile ha delle linee e delle strategie che non assomigliano a quelle maschile, perché sa aspettare, direi che la cosa forte è che il film va contro ogni stereotipo femminile di cinema italiano. È contro la maternità nel senso classico, con una serie di cliché che saltano. La sorpresa del è proprio questa, è il suo muoversi tra freschezza e humor nero. » ha esordito a caldo Piera Detassis, raccontando come, pensando ad altre vendicatrici del grande schermo, dalla protagonista di Kill Bill a Lady Vendetta, l’unico rifermento italiano venuto in mente fosse La ragazza con la pistola, pellicola del 1968 diretta da Mario Monicelli con protagonista Monica Vitti.

ho ucciso napoleone 3Ho ucciso Napoleone è una commedia dark dalle sfumature thriller che vede protagonista Anita, rigida manager in carriera, interpretata da Micaela Ramazzotti, che, dopo aver scoperto di essere incinta del suo capo, vede svanire, nel giro di ventiquattr’ore tutto quello per il quale aveva lavorato duramente. «Avevo la voglia di raccontare una donna diversa nel cinema italiano. Il mio unico riferimento è stato proprio La ragazza con pistola perché spesso nel cinema nostrano la figura femminile si divide in due ruoli: o la fatalona sexy che è solo sessualità e intrigo o la donna santa, madre, moglie e figlia, sempre declinata ad un partner maschile. Quello che vorrei dire con il personaggio di Anita, un’eroina dark, è che si può essere un po’ tutto, sopratutto in questo periodo storico. Infatti Anita alla fine del percorso è moglie, amante, madre e anche cattiva. » ha sottolineato la regista, parlando delle influenze cinematografiche che l’hanno accompagnata durante la stesura della sceneggiatura e della sua volontà di distaccarsi da una visione ancorata a modelli femminili stantii.

Al centro della storia c’è dunque Anita «una diavolessa dal cuore gelido, fredda e scandalosa che detesta l’idea della famiglia, dei figli o gli uomini » come la definisce Micaela Ramazzotti che continua, parlando del suo personaggio e del suo approccio alla storia, affermando che «la solitudine nella quale vive è per lei come una scalata al successo. È così perché ha vissuto una ferita dell’anima, però mi piace perché non si lagna. È una donna determinata. Non viene licenziata perché è incinta ma perché è perfida. La sceneggiatura ha dato al film toni dark, pulp, fumettistici, quasi da cinema del futuro. Per la prima volta su un set mi sono sentita “anziana” in un film giovanissimo dopo aver lavorato spesso con registi, da Risi alla Archibugi, dove interpretavo sempre “la ragazzina”. »

Ho_ucciso_Napoleone 4Giorgia Farina, dopo il debutto sul grande schermo con un altro film declinato al femminile, Amiche da morire, ha deciso di descrivere una donna e dei personaggi che «parlassero dell’ambiguità e delle fragilità moderne » creando un’eroina negativa, vittima di se stessa, «una donna che cerca di riappropriarsi della sua vita con una vendetta dettata dalla sete di giustizia che è in realtà una riappropriazione di sé » come sottolinea la cosceneggiatrice Federica Pontremoli.

Micaela Ramazzotti incarna alla perfezione la mefistofelica manager in dolce attesa. «Il personaggio di Anita è sì spigoloso ma Micaela le ha dato delle rotture, delle dolcezze che la rendono completa e sottolineano ancora di più la sua cattiveria in determinate scene » afferma Adriano Giannini che nel film interpreta il ruolo del capo/amante che prima seduce e valorizza professionalmente Anita per poi licenziarla e abbandonarla.

ho ucciso napoleone 2Libero De Rienzo, l’apparentemente innocuo avvocato dai gesti goffi che si offre di aiutare Anita a tornare in azienda e che rappresenta il personaggio più vendicativo del film, ha poi preso parola per raccontare le sue impressioni sul set riguardo l’approccio alla regia della cineasta romana. «Giorgia ha un ottimo rapporto con la paura. Non l’ho mai vista spaventata sul set. Quando si vede il lavoro finito, l’insieme della messa in scena, dai costumi alla luce, ci si rende conto com tutto faccia parte dello stesso discorso che aveva in testa. » sottolineando l’originalità del suo sguardo aggiungendo che «se tutte le cose fatte dal personaggio di Micaela le avesse fatte un uomo, non ci sarebbe stato nulla da raccontare. ».

Ho ucciso Napoleone non è solo la storia di Anita e della sua vendetta ma anche «una storia di sorellanza » come la definisce Piera Detassis, dato che la gelida manager aziendale non avrebbe potuto portare a compimento la sua rivalsa senza l’aiuto di tre donne molto particolari e diverse da lei, interpretate da Iaia Forte, Elena Sofia Ricci e Thony, che torna al cinema dopo il successo di Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, affascinate proprio da come i loro ruoli fossero quelli di donne fuori dagli schemi e lontani dalle etichette. Queste donne rappresentano «la forza e la guida » della protagonista che ha sua volta, come afferma la cantautrice palermitana «vengono molto aiutate da Anita » nel corso del film, creando un legame che le accresce e unisce.

Manuela Santacatterina