“LE COSE CAMBIANO. DAVVERO?”: L’EDITORIALE DI PIERA DETASSIS

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Logo Ciak In MostraPICCOLO O GRANDE SCHERMO, CINEMA O TV? IL CURIOSO CASO DI BEASTS OF NO NATION 

DI PIERA DETASSIS

Beasts of No NationFa un certo effetto sentire il boss di Netflix, Ted Sarandos, forte dei suoi 65 milioni di abbonati in tutto il mondo, affermare a Variety: «Nel nostro modello di business non sono contemplati, né contano, incassi in sala per nessun film ». Segno di fine epoca o rivoluzione del pensiero? Di fatto la presenza a Venezia in concorso di Beasts of No Nation di Cary Fukunaga, spietato racconto dell’educazione alla guerra di un bambino soldato in Africa, segna almeno tre passi avanti nel business dell’entertainment. Interpretato da quell’Idris Elba che, proprio ieri, uno degli autori di Bond ha giudicato, tra le polemiche, «too street » (troppo tamarro, nda), per interpretare il primo 007 nero, il film dopo l’anteprima veneziana va a Telluride e Toronto e sarà sulla piattaforma Netflix il 16 ottobre con una piccola release in ventinove sale della catena Bleecker Street, perché quelle più grandi non vedono di buon occhio la politica di Netflix di produrre film da inviare direttamente agli utenti sul sofà. È una prima volta a un festival, ma il carnet dei produttori di serie cult come House of Cards o Orange is the New Black è già pieno di lungomentraggi pronti per lo stesso percorso, dal sequel de La tigre e il dragone a The War Machine di Brad Pitt che, sempre secondo Sarandos, «non si è affatto preoccupato della misura dello schermo ».

Il secondo dato interessante è che – sebbene il plot di Beasts of No Nation sia ostico e il set in Ghana si sia rivelato un’odissea, sforamento budget compreso – nessuno ha fatto un passo indietro, neppure per rendere più morbido il film, perché «opere di nicchia come queste trovano vantaggio dalla distribuzione online ». Infine questa supermediatizzata prima mondiale di un film Netflix a Venezia (in coincidenza, beninteso, con lo sbarco in Italia della tv online) sottolinea e celebra l’osmosi ormai compiuta tra il mondo vivace e innovativo della serialità e quello un po’ più fanè del cinema tradizionale: Cary Fukunaga ha infiammato i social fin dal momento dell’annuncio della sua presenza al Lido, obbligando i critici più anziani a mettersi al passo. Motivo di tanta fama? è il regista della prima stagione di True Detective, serie idolatrata e prodotta da HBO. Dunque, nel Mondo Nuovo, una vera star. Insomma, le cose cambiano. Davvero? Sì, tranne il fatto che un’anteprima mondiale al Lido, gondole e San Marco sullo sfondo, continua a fare la sua bella differenza anche, o forse soprattutto, in tempi di visione online.