“Le cose che verranno”: Isabelle Huppert e una vita da reinventare

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L’avenir Francia/Germania, 2016 Regia Mia Hansen-Løve Interpreti Isabelle Huppert, André Marcon, Roman Kolinka, Edith Scob Distribuzione Satine Film Durata 1h e 40’

Al cinema dal 20 aprile 2017

IL FATTO – Nathalie Chazeau è un’insegnante di filosofia, felicemente coinvolta nel suo lavoro e curatrice di una collana specializzata, insieme da 25 anni con il collega Heinz e con due figli. Unico cruccio, una madre svampita dall’età e poco gestibile. In una stagione sola perderà tutte le sue certezze: la mamma muore (e si ritrova tra l’altro un gatto, Pandora, a cui è allergica da curare), la casa editrice chiude la collana e soprattutto scopre che il marito la tradisce (“pensavo che mi avresti amata per sempre. Che cogliona!”). Come sopportare tutto ciò?

L’OPINIONE – “Non si è felici che prima di essere felici”. Anche con questa malinconica considerazione libresca, la nostra eroina cerca di resistere alle ingiurie del tempo e del destino (tra lo stoicismo e quella che adesso si chiama, con un termine già logoro, “resilienza”). Può essere la storia di tutti o quasi (quelli che hanno superato gli anta), anche se qui il solito gusto francese snob di condirla di nomi e citazioni impazza (si cita con disinvoltura il fior da fiore della filosofia, da Rosseau a Adorno, da Schopenhauer a Jankelevic); il reportage di una relazione che si è sfarinata di nascosto (lui, a differenza di lei, ex comunista e più idealista, è un borghese scettico “che non ha mai cambiato opinione da quando aveva 18 anni”).

Ma la pulizia rohmeriana di Mia Hansen-Love (Il padre dei miei figli, Un amore di gioventù, Eden), premiata per questo a Berlino con l’Orso d’Argento, rende il trattamento contemporaneamente profondo e delicato, proprio come le meravigliose doti artistiche di Isabelle Huppert (attrice dell’anno per il London Critics Circle Film Awards), capace di impadronirsi e arricchire ogni personaggio che affronta, vedere anche i vagamente consimili Segreti di famiglia ed Elle per convincersene.

Massimo Lastrucci

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