“Lean on Pete”: stupisce alla Mostra di Venezia la rivelazione Charlie Plummer

0

Lontani da Disneyland, lontani dalla Terra delle Opportunità. Charley Thompson ha 15 anni, ama soprattutto correre, vorrebbe una vita normale, ma intanto è costretto ad accompagnare il padre lungo la Costa del Pacifico nei suoi vari lavori precari. Finché non scopre la sua passione, accudire i cavalli. Un allevatore maneggione lo utilizza, prendendolo in simpatia e lui si affeziona a un cavallo da corsa anzianotto e bolso, Lean on Pete, dall’avvenire segnato.

Dell’America marginale e profonda disegnata dall’inglese Andrew Haigh (45 anni), da un romanzo a suo modo epico-picaresco di di Willy Vlautin, colpisce qui l’accettazione quasi stoica del proprio destino di tanti personaggi, mentre il giovane Charley nel suo precipitare verso l’emarginazione e la miseria, senza però arrendersi mai, ci appare decisamente eroico, degno adolescente di una tradizione letteraria, quella americana, ricca di personaggi simili. Splendidi gli scorci dentro una natura sterminata e apparentemente incontaminata, forse un po’ troppo lungo (due ore) e quindi passibile dell’accusa di ricamare sulla prevedibilità, Leon On Pete sicuramente è arricchito da interpretazioni maiuscole, a partire dal sorprendente protagonista Charlie Plummer (The Dinner), assieme a un sapido Steve Buscemi e a Chloe Sevigny, fantina ammaccata dalla battuta sagace.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here