L’INTERVISTA: ROBERT KIRKMAN TRA ZOMBIE E FUTURO

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La verità? Sei anni fa Robert Kirkman era conosciuto unicamente dai fan dei fumetti. Ora non più, perché il creatore di The Walking Dead – che ha solo trentasette anni, classe 1978 – è ormai diventato un produttore potentissimo e, proprio come Mida, converte in oro tutto quello che scrive, tanto che sta per arrivare anche la sua ultima intuizione, la serie Outcast, horror show su un uomo che fin da bambino ha dovuto sopportare i familiari trasformati da possessioni demoniache. Ma, nemmeno a dirlo, Kirkman è celebre soprattutto per The Walking Dead, la serie più seguita d’America con una media di 19,7 milioni di spettatori a settimana. E la prima puntata della seconda serie companion, ovvero Fear the walking dead (quindici episodi) ha radunato più di 6,6 milioni di ascoltatori. «In Fear the walking dead c’è un mondo che di fondo è familiare per i fan di The Walking Dead, anche se trama attori, location sono differenti», spiega Kirkman a Ciak durante il nostro incontro al Four Seasons di Los Angeles. La serie è ambientata proprio a Los Angeles invece che ad Atlanta. L’anno scorso però qualcuno si era lamentato del ritmo un po’ lento delle sei puntate della prima stagione, ma quest’anno Kirkman assicura sarà differente: «Cominciamo con un vero e proprio bang», ride, «e tutto è più grande e veloce».

LA STORIA Dopo essere scappati da una struttura governativa occupata dagli zombie, l’ insegnante Travis (il neozelandese Cliff Curtis, appenavisto in Risorto nel ruolo di Gesù) e la fidanzata Madison (l’americana Kim Dickens, che sarà nel nuovo film di Tim Burton, La casa per ragazzi speciali di Miss Peregrine, in sala il 15 dicembre), cercano di proteggere i loro figli: quelli di lei, Nick (Frank Dillane) e Alicia (Alycia Debnam-Carey) e quello di lui, Chris (Lorenzo James Henrie). Si uniscono a loro Daniel (Rubén Blades), un uomo dal passato oscuro, e sua figlia Ofelia (Mercedes Mason). La migliore via d’uscita è il mare, o almeno così credono. E poi c’è Strand (Colman Domingo), un tipo misterioso, che è diventato amico di Nick nella cella in cui era custodito e che ha una barca di lusso. Ma si renderanno conto molto presto che non è una buona idea.

MIGRANTI E APOCALISSE Vedendo Fear the Walking Dead è davvero impossibile non pensare alla crisi dei migranti in Europa. Intenzionale? «Nello show assistiamo alle battaglie dei personaggi per proteggere le famiglie, ed è quello che nel mondo viene fronteggiato ogni giorno da anni, per cui l’ambientazione apocalittica risulta in qualche modo familiare», dice Kirkman. Ma dopo tanti anni passati con questa paranoia, si sente pronto ad affrontare l’apocalisse? «E cosa dovrei fare? Mettere la testa testa fra le ginocchia e dire addio al mio culo?» ride Kirkman. «Allora meglio farsi un pisolino aspettando che succeda. Almeno sarò riposato…»