MARATONA RISATE: DAI FARRELLY A SETH ROGEN

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Ridere? Non è peccato. E non è obbligatorio farlo soltanto per la battuta di un film di Woody Allen, o riguardando per l’ennesima volta uno sketch dei Monty Python. Il comico-demenziale è un genere vero e proprio, con le sue regole, i suoi tempi, le sue facce. Proprio come l’horror, il fantasy, la fantascienza, il noir. Da Jerry Lewis a Mel Brooks, da Animal House a Jim Carrey, il cinema americano ha una tradizione, che si è sempre caratterizzata per la capacità di intercettare lo spirito dei tempi. Ma quali film, negli ultimi vent’anni, hanno saputo far ridere le nuove generazioni? Proviamo a fare ordine.

10 – ZOOLANDER (2001)
di Ben Stiller

ZoolanderDelirante satira del mondo della moda da parte di Ben Stiller, corpo comico stralunato ma consapevole, alla sua seconda prova da regista dopo i toni da commedia sentimental-sociologica di Giovani, carini e disoccupati. Stavolta, si butta sul demenziale spinto, senza alcuna remora, fregandosene di offrire spunti intellettuali o di riflessione. Pura ignoranza, a cominciare dal personaggio di Mugatu, interpretato da Will Ferrell, allucinante magnate della moda deciso a uccidere il primo ministro malese. Per il 2016 è pronto l’attesissimo sequel.

 

9 – EUROTRIP (2004)
di Jeff Schaffer

EurotripUn’adorabile idiozia, che assume il punto di vista di un gruppo di ingenui teenager americani in viaggio per l’Europa. Volutamente zeppo di stereotipi e di luoghi comuni, di trovate di grana grossa, capaci però di far scoppiare la risata più sguaiata: si va da una peccaminosa Amsterdam a una Bratislava di derelitti, nella quale con poche monete si può soggiornare in un albergo di lusso. Battuta cult: «Ti avevo detto di prenotare l’aereo per Berlino e invece lo hai prenotato per Londra! ». «Massì, chissenefrega! Ci andremo a piedi, l’Europa è grande come un centro commerciale! ».

 

8 – ANCHORMAN – LA LEGGENDA DI RON BURGUNDY (2004)
di Adam McKay

AnchormanIl più divertente tra i tanti prodotti che hanno come protagonista Will Ferrell (Ricky Bobby, Fratellastri a 40 anni, solo per citarne un paio). Ma non è solo, perché è accompagnato da un’allegra brigata di reporter d’assalto: da Paul Rudd a Steve Carell, da David Koechner a Vince Vaughn. Un demenziale che si distingue, in modo particolare, per la cura dei dettagli e per l’impeccabile ricostruzione degli anni Settanta. E, ovviamente, per un umorismo politicamente scorretto, arguto, esilarante.

 

7 – STRAFUMATI (2008)strafumati
di David Gordon Green

Ormai un classico del filone Weed Movie. Seth Rogen è un improbabile “operatore giudiziario” e James Franco il suo fulminatissimo pusher: la loro alchimia è grandiosa, e insieme si trovano ad affrontare una serie di situazioni degne dei più emozionanti episodi di Arma letale. David Gordon Green è uno dei migliori registi indie americani (suoi l’ottimo Joe e gli inediti Prince Avalanche e Manglehorn) ma si è concesso questa romantica e irresistibile sbandata in cui filma un dialogo come se fosse una scena d’azione e viceversa.

6 – 40 ANNI VERGINE (2005)
di Judd Apatow

40 anni vergineNon è il capolavoro di Judd Apatow ma è comunque la pellicola che ha rivoluzionato il modo di intendere la demenzialità sul grande schermo. Tempi dilatatissimi, sbalzi di ritmo, esplosioni improvvise di comicità. E, soprattutto, una scrittura che si rivolge alla quotidianità, spogliata di ogni formalismo cinematografico. L’Apatow regista è un autore a tutti gli effetti, che non teme di sostituire l’intellettualismo con un’umanissima caratterizzazione di personaggi goffi, perdenti, triviali ma non volgari.

 

5 – FACCIAMOLA FINITA (2013)
di Seth Rogen, Evan Goldberg

Facciamola finitaFolle, eccessivo, geniale debutto dietro alla macchina da presa di Seth Rogen (affiancato dal fidato Evan Goldberg), in cui prende in giro se stesso e i compagni di sbronze con i quali è approdato al cinema (Jonah Hill, Michael Cera, Danny McBride, Jay Baruchel e altri), immaginando una fine del mondo assurda, che non ha pietà di niente e di nessuno. Sana volgarità, un numero impressionante di rimandi e citazioni (da L’esorcista a Harry Potter), un ritmo indiavolato e tempi comici perfetti.

 

4 – UNA NOTTE DA LEONI (2009)
di Todd Phillips

Una notte da leoniSuccesso internazionale enorme, uno dei pochi grandi cult movie degli ultimi anni. Zach Galifianakis è una forza della natura, Ed Helms una spalla comica di assoluta efficacia, Bradley Cooper un grande attore dotato anche di autoironia. Presenza surreale di Mike Tyson, ma non si può evitare di menzionare una ritrovata Heather Graham, nei panni di una spogliarellista pronta al matrimonio. I due sequel non sono stati in grado di replicare l’elevato tasso di gags impensabili, incredibili.

3 – AMERICAN PIE (1999)
di Paul Weitz

American PiePiaccia o meno, un’opera che ha segnato indelebilmente un preciso periodo storico, la fine degli anni Novanta, tra spensieratezza, belle ragazze e MTV, comportando il ritorno di una poetica goliardica, che non si assaporava dai tempi di Porky’s. E come poter ignorare anche la giusta dose di un sentimentalismo giovanilista, pienamente in linea con Dawson’s Creek e il post-Beverly Hills 90210? Almeno un paio i personaggi entrati nell’immaginario collettivo: il goffo e imbranato Jim (Jason Biggs) e il volgare, casinista, festaiolo Stifler (Seann William Scott).

 

2 – SUXBAD – TRE MENTI SOPRA IL PELO (2007)
di Greg Mottola

SuxbadIl lato più tenero della demenza. Dietro il numero infinito di battute e di situazioni al limite dell’assurdo, si cela la storia di una bellissima amicizia liceale, che può essere interrotta soltanto dal reciproco interesse nei confronti dell’altro sesso. Greg Mottola è un poeta, e lo ha dimostrato nel successivo Adventureland, una ballata malinconica. Suxbad, invece, è un pezzo punk melodico ma sghembo. La quantità eccezionale di risate è merito, soprattutto, del personaggio di Fogel/McLovin (Christopher Mintz-Plasse), improbabile “donatore di organi hawaiano”.

 

1 – TUTTI PAZZI PER MARY (1998)Tutti pazzi per Mary
di Peter Farrelly, Bobby Farrelly

Il senso dei Farrelly per il cinema: una vera e propria rivoluzione dell’oggetto comico, che alza considerevolmente l’asticella del visibile e del politicamente scorretto, rendendo la battuta volgare un’espressione del quotidiano che non è mai accompagnata da macchiette, personaggi mostruosi, stilizzati, parodici. Semplicemente, si tratta della vita di tutti i giorni nei suoi aspetti più patetici e ridicoli. La loro importanza nella Storia è la stessa di Mel Brooks e di John Landis.

Emiliano Dal Toso