NATIONAL GALLERY: IL DOCUMENTARIO-EVENTO DI WISEMAN

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Francia/USA/Gran Bretagna, 2014 Regia Frederick Wiseman  Produzione Idéale Audience, Gallery Film Durata 3h

In sala solo l’

11 marzo

Segnatelo sul calendario, se potete. Per un giorno solo, mercoledì 11 marzo, in centinaia di sale italiane verrà proiettato il documentario-evento National Gallery di Frederick Wiseman. Distribuzione Nexo Digital e I Wonder Pictures. Di cosa si tratta? In pratica di tre ore scorrevolissime all’interno di uno dei più importanti e prestigiosi Musei-istituzione, la londinese National Gallery.

Frederick Wiseman è un arzillo giovanotto di 85 anni che per gran parte della sua vita di documentarista ha esplorato a 360 gradi le grandi istituzioni sociali, con occhio vigile e mai didascalico, sempre puntando a svelare il centro pulsante delle cose. Della sua prestigiosa filmografia (l’anno scorso s’è visto assegnare il Leone d’oro alla carriera a Venezia), fanno parte titoli e indagini su High School, Hospital, Juvenile Court, Central Park, Zoo, Ballett, Comedie Française, Domestic Violence, Crazy Horse, At Berkeley. Qual è il suo metodo? A domanda il cineasta ha l’età giusta per dare risposte pragmatiche «Per National Gallery ho girato 170 ore, per questo i miei film sono sempre mosaici (…) poi a casa guardo tutto, il che richiede 7-8 settimane. » E poi come organizza la scelta? «Applico il sistema Guida Michelin: tre, due, una o nessuna stella. Di solito la metà del filmato sopravvive e quindi monto in sequenza. Questa fase dura 6-8 mesi. E quando ho montato queste scene “potenziali” ecco che ho assemblato un montaggio preliminare. Quindi gioco con ordine, ritmo, associazioni ».

Così in un “mosaico” che ha possiede tutto un suo fluido ritmo interiore, ci accostiamo ed entriamo nel Museo. Opere d’arte, lavoratori, pubblico si alternano rivelando progressivamente le relazioni tra il visibile (lo “spettacolo” sublime dei quadri magari accompagnati dalle spiegazioni, alcune anche emozionanti per la potente drammatizzazione narrativa dei professori-guide) e quel che non solitamente vediamo (le riunioni del servizio d’amministrazione, il lavoro – affascinante – dei restauri, gli allestimenti con i problemi per le mostre temporanee, i corsi di pratica artistica, gli incontri con studiosi in visita con le loro indagini particolarissime). «Ogni quadro racconta una storia » viene qui ripetuto spesso e qui in qualche caso ci viene narrata. Capolavori di Leonardo, Caravaggio, Turner, Tiziano, Holbein, Velasquez, Pisarro – solo per citarne alcuni – sono inquadrati, illuminati, interpretati e spettacolarizzati in un’operazione di contestualizzazione e omaggio che possiede a volte il luccichio della magia del piacere della conoscenza. Certo tre ore sono tante e alla fine è facile essere più o meno provati, ma raramente un approccio all’arte catalogata ed esposta ha avuto un approccio così coinvolgente, al contempo generale e attento al dettaglio. Il documentario ha avuto il suo battesimo pubblico a Cannes, alla Quinzaine des Realizateurs. In Italia assieme a un tour di presentazione con il regista è stato scelto per inaugurare prestigiosamente il Bergamo Film Meeting il 6 marzo, questo anche per sottolineare significativamente la riapertura della locale (di valore artistico-culturale incommensurabile, mondiale) Accademia Carrara – dopo stagioni di chiusura per restauri – con cui il festival promette di inaugurare un fitto (si spera) programma di collaborazione, tra arte e cinema.

Massimo Lastrucci