NICOLAS CAGE E LA T-SHIRT DI PROTESTA A FAVORE DI PAUL SCHRADER

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“Nessuna pubblicità che proviene dall’artista, neanche di natura personale, potrà menzionare commenti negativi riguardo la società, il film o i servizi di altri artisti e persone coinvolte nel film”. È questo il messaggio scritto su una maglietta indossata dagli attori Nicolas Cage e Anton Yelchin e dal produttore esecutivo Nicholas Winding Refn per protestare contro l’estromissione di Paul Schrader dalla regia di The Dying of Light, che racconta di un agente segreto vicino alla pensione che agisce fuori dalla legge, con l’aiuto del suo giovane collega, pur di acciuffare un terrorista. La società produttrice Grindstone, che fa parte di Lionsgate, ha deciso infatti di allontanare Schrader, autore anche della sceneggiatura, e di rimontare la pellicola da capo, modificando anche il sonoro e le musiche, e pubblicando autonomamente il trailer. La frase esibita in segno di protesta da Cage, Yelchin e Winding Refn, è la clausola inserita nel contratto sottoscritto dal regista che di fatto gli impedisce, pena la citazione in giudizio, di esprimersi riguardo alla vicenda. “Sul tema non ho nulla da dire”, ha spiegato Schrader, difeso a spada tratta dal collega Winding Refn, che ha parlato di un’azione “irrispettosa nei confronti di un’artista”. Delle diatribe tra produttori e registi e degli allontanamenti o sostituzioni di questi ultimi d’altronde è piena la storia del cinema, con autori come David Lynch, Blake Edwards o Walter Hill che per i dissapori con i finanziatori hanno anche tolto la firma dal proprio film.

Marco Consoli