NINO FRASSICA: UN’AUTOBIOGRAFIA “70% VERA, 80% FALSA”

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«Da questo libro verranno tratti un film, un disco, un musical, un profumo e un liquore »: così recita la quarta di copertina dell’esilarante nuovo libro di Nino Frassica La mia autobiografia. 70 per cento vera 8o per cento falsa, in libreria dall’11 novembre per Mondadori. L’attore messinese l’ha raccontato in anteprima in un incontro col direttore di Ciak Piera Detassis nell’ambito della tappa di Catania di Panorama d’Italia, in una serata caldissima d’affetto per il comico anche se fuori infuriava il maltempo. Il libro è un concentrato di narrazione in puro stile Frassica, tra giochi di parole e comicità surreale: «Volevano che raccontassi in modo un po’ nostalgico le vecchie trasmissioni televisive che mi hanno reso famoso, come Quelli della notte. Io invece ho fatto di testa mia. Quando gli editor hanno cominciato a leggerlo li vedevo ridere. Allora gli ho detto di lasciar perdere l’autobiografia vera. Quella la scriverò a 90 anni ».

L’attore, che ha iniziato a recitare con in tasca un diploma al Piccolo di Milano («In realtà io ho studiato, conosco la dizione, ma non la uso mai. Sono in pratica un autodidatta che ha studiato »), in trent’anni di carriera è diventato quasi un simbolo – mai stereotipato – della sicilianità sullo schermo:Â Â«È una cosa del tutto naturale. Io parlo esattamente così anche con gli amici. Non tiro fuori l’accento messinese per interpretare i personaggi. Mi piace essere autentico ». In questi giorni è al cinema nel film di Ficarra e Picone Andiamo a quel paese, nel cameo di un barbiere di paese pettegolo e informatissimo: «Molti hanno detto che in questo film c’è la Sicilia di Pietro Germi, come la raccontava in Sedotta e abbandonata e Divorzio all’italiana », ha detto l’attore messinese.

Frassica ha parlato anche della sua ormai storica interpretazione del maresciallo Cecchini di Don Matteo: «Il personaggio si evolve. Quindi non mi annoia. Anzi mi interessa moltissimo. Soprattutto i fatti privati dei protagonisti che cambiano continuamente. Recitare un giallo mi avrebbe annoiato. Ma il mio maresciallo invece cresce, ha dei nipotini da accudire, una vita privata interessante. È più divertente fare una fiction che girare un film. Don Matteo è per certi versi una favola: è l’Italia buona. La fiction è piena di persone perbene: fanno errori, hanno difetti, ma sono personaggi positivi ». E sui cinepanettoni interpretati negli anni scorsi dice: «Non mi piacevano quei film. Io aspettavo la chiamata di Nanni Moretti. Ma purtroppo non è mai arrivata. Così ho accettato di fare cinepanettoni. E l’ho fatto principalmente per soldi. Facendo in modo però che i miei personaggi evitassero le volgarità ».

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