OSCAR 2015, VINCITORI E SCONFITTI: IL COMMENTO

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DI MARCO GIOVANNINI

Oscar 2015In una delle (poche) battute divertenti della serata Neil Patrick Harris, esordiente presentatore agli Oscar (ma veterano dei Tony e degli Emmy), li ha definiti “dipendent awards”, cioè il contrario degli Spirit, che sono notoriamente “Indipendent”. Divertente ma sbagliato, perchè molti dei film premiati stasera sono stati gli stessi che appena un giorno prima erano in lizza agli Spirit: Birdman, Whiplash, Boyhood, Still Alice, Ida, Selma, Citizen Four! Una coincidenza-convergenza che deve far pensare.
Nessuno degli Oscar è stato una sorpresa, a cominciare dai 3 attori (Julianne Moore, Patricia Arquette, J.K. Simmons) che avevano praticamente dominato tutti gli altri premi della stagione; l’unico dubbio era il duello fra Michael Keaton e Eddie Redmayne, risolto a favore del più giovane. Benissimo ha fatto Alejandro González Iñárritu, il vero trionfatore della serata (3 Oscar personali) a lasciare spazio nell’ultimo ringaziamento al vecchio leone Keaton, finalmente tornato a ruggire. Resta ancora inspiegabile come Birdman sia stato trascurato a Venezia, dove vinse solo premi minori di contorno .
Solo Grand Budapest Hotel è riuscito a pareggiare i 4 Oscar di Birdman e c’è anche farina italiana: gli splendidi costumi di Milena Canonero alla quarta statuetta di una straordinaria carriera. Il primo lo vinse 40 anni fa con Barry Lyndon, che era appena il suo secondo film (aveva esordito con Arancia meccanica, sempre di Kubrick).
Dopo di loro il piccolo Whiplash con 3 Oscar, che è andato meglio del più atteso Boyhood (unica vittoria quella di Patricia Arquette). Finalmente Oscar per il compositore Alexandre Desplat, alla sua ottava nomination. Appuntamento ancora rinviato invece per il direttore della fotografia Roger Deakins, malgrado sia arrivato a quota 12 nomination. A questo proposito, la regina Meryl Streep che ha il record di nomination (con Into the Woods ha raggiunto quota 19) gioca di paradossale understatement «Ho solo 3 Oscar a casa, quindi vuol dire 16 volte ha vinto qualche altra….altro che winner, sono una loser… »
Fa piacere l’Oscar almeno di consolazione (effetti speciali) di Interstellar. E forse ne meritava uno anche Foxcatcher, magari per il naso finto di Steve Carell. Congratulazioni, all’irresistibile Baymax, robot extralarge e gonfiabile, vero protagonista di Big Hero 6, miglior film animato.
È stata un’edizione molto impegnata socialmente, con molti interventi seri su minoranze malattie, suicidi, diversità.
Iñárritu che ha definito ironicamente “sospetta” e “pericolosa” la seconda vittoria consecutiva di un regista messicano (dopo Alfonso Cuaron per Gravity; ora manca solo Guillermo Del Toro) si è augurato due cose: che i suoi connazionali possano finalmente avere un governo che si meritano e che gli Stati Uniti si ricordino di essere una nazione di emigranti.
Di Patrick Neil Harris, che quest’anno aveva già dimostrato le sue doti di camaleonte sia in L’amore bugiardo che in Un milione di modi di morire nel West, rimarrà la coraggiosa immagine in mutande e calzino corto “alla Birdman” sul palcoscenico del Dolby Theater.