PAOLO GENOVESE: COSÌ RINASCE LA COMMEDIA

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Perfetti_sconosciutiPerfetti sconosciuti Il film nasce da una frase di Gabriel Garcia Marquez che dice che abbiamo tre vite: una privata, una pubblica e una segreta. Tutti noi abbiamo segreti, grandi o piccoli. Il cast In Perfetti sconosciuti tutti gli interpreti avevano voglia di uscire dai loro cliché. Alba Rohrwacher per esempio non aveva mai fatto una commedia ed era terrorizzata dal pensiero di non far ridere, ma una commedia non deve per forza far ridere, è diversa dal film comico. Con la commedia ho voglia di portare al pubblico temi importanti come la famiglia e il tradimento, ma cerco di rappresentarli senza dare giudizi per far immedesimare il pubblico nelle situazioni e far nascere una riflessione. Non a caso in Perfetti sconosciuti ho lasciato un posto vuoto a tavola: il pubblico era l’ottavo commensale. La commedia in Italia In Italia ci siamo fissati con un filone di commedia che non ha più ragione di esistere. Non ho trovato difficoltà a girare un film come Perfetti sconosciuti con Medusa anche perché sapevo di avere un credito con loro per gli alti incassi dei miei film precedenti, quindi ho avuto la libertà di proporre sceneggiature anche un po’ più rischiose. Maestri Se mi sento un maestro? No, i maestri erano c’erano un tempo perché avevano davvero dei discepoli. Ora noi siamo degli artigiani che rischiamo di fare ciò che vuole il pubblico. Ma, come hanno detto i Taviani una volta, al pubblico bisogna dare ciò che non sa di volere. Prove a teatro Quando ho scritto la sceneggiatura non avevo pensato a quei sette interpreti, ma sono davvero i migliori della loro generazione. Prima di girare avevo già fatto una prova della sceneggiatura a teatro con degli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia e avevo visto che funzionava bene. perfetti sconosciutiPremi Non mi aspettavo il David di Donatello per il miglior film, le commedie non vincono mai e anche al Tribeca Film Festival è stata una grande sorpresa vincere per la sceneggiatura. Il film lo stanno vedendo in tutto il mondo: il sogno di tutti è fare un film internazionale, che non è quando si ha una produzione internazionale, ma quando viene capito in tutto il mondo, come sta succedendo a Perfetti sconosciuti. La mia idea di commedia L’anima della commedia deve avere dentro di sé il dramma. Pensiamo a Il sorpasso, dove alla fine il protagonista muore. O a Un borghese piccolo piccolo: l’ho visto più di una volta, è la più bella commedia trasversale ai generi, racchiude dramma, racconto sociale, ritratto della classe media, difficoltà nel crescere i figli. E poi la seconda parte è quasi un thriller, pur rimanendo sempre credibile. Per me è il riferimento della commedia italiana. Tra le commedie inglesi, invece, scelgo Full Monty: è l’esempio della capacità delle commedie di fare da cavallo di Troia anche a temi difficili o pesanti. L’importanza della sceneggiatura Non amo l’improvvisazione sul set: all’attore può venir fuori qualcosa di buono e di spontaneo, ma credo che per far un buon film ci vogliano tre cose: una buona sceneggiatura, una buona sceneggiatura e una buona sceneggiatura. Una famiglia perfetta Il mio film al quale voglio più bene è Una famiglia perfetta, anche se non è andato molto bene: è stato preso per un cinepanettone, invece era un film molto amaro. Guarda la gallery!