PAOLO SORRENTINO: “‘CANDIDARE ‘FUOCOAMMARE’ È UNA SCELTA MASOCHISTA”

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Fuocoammare è un bellissimo film, ma doveva essere candidato all’Oscar nella categoria dei documentari. Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest’anno poteva portare agli Oscar due titoli forti: tra i film di finzione avremmo potuto candidare Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre Fuocoammare avrebbe avuto molte chances nella categoria dei documentari”. Così la pensa Paolo Sorrentino, l’ultimo italiano a vincere il Premio Oscar con La grande bellezza nel 2014 e membro della Commissione Selezionatrice, riguardo la candidatura italiana agli Academy Awards del film di Gianfranco Rosi. Fuocoammare, in realtà, è iscritto anche nella categoria documentari.

Le parole di Sorrentino fanno da eco a una candidatura che ha scontentato qualcuno ma ha emozionato molti, prima di tutto proprio Rosi, anche per il valore civile del tema che tratta: Fuocoammare racconta la quotidianità di Lampedusa, tra la vita degli isolani e gli sbarchi giornalieri dei migranti stremati, tra chi lotta per accoglierli, come il dottore Pietro Bartolo, e le tante contraddizioni che una tragedia umanitaria tanto grande porta in una piccola comunità. “Sono molto felice: questa candidatura va oltre il mio film”, ha commentato Rosi.“In questi 8 mesi il film è stato distribuito in più di 60 paesi. E mi sembra essere diventato un film di tutti. In un mondo in cui si continuano a erigere muri e barriere spero che questo film possa seguire le parole di Obama: chi costruisce dei muri costruisce una prigione per sé stesso. Meryl Streep mi disse a Berlino: “Vorrei che il tuo film arrivasse agli Oscar”.”

Fuocoammare del resto non è l’unico documentario candidato al Premio Oscar come miglior film straniero: “Ho appena scoperto che anche l’Ucraina lo ha fatto. Questo testimonia che il confine tra cinema e documentario è sempre più labile, aggiunge Rosi. Il film è uscito in più di 60 paesi e la prossima tappa è proprio l’America, dove sarà al cinema dal 21 ottobre. 

Anche Pietro Bartolo, il dottore che proprio ieri sera ha accolto un altro sbarco a Lampedusa e compare tra i protagonisti del film, è felice della candidatura: “Siamo riusciti ad accendere un faro in Europa. Ora lo abbiamo acceso nel mondo. Questo grazie a Gianfranco. Questo perché io sono un medico. Non sono un attore. Sono anni che volevamo che si accendesse questo faro e spero che attraverso questo messaggio si possa contribuire a dare fine a questa tragedia“.