POPCORN DA HOLLYWOOD: L’ANTEPRIMA DI “INTERSTELLAR”

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Cronache di vita dal cuore del cinema: comincia oggi Popcorn da Hollywood, la nuova rubrica di Marco Giovannini in diretta da Los Angeles, che ci racconta in anteprima il film più atteso dell’anno, Interstellar di Christopher Nolan

 

DI MARCO GIOVANNINI

Fra Santa Monica, dove vivo, e il Chinese Theatre di Hollywood Boulevard (che oggi si chiama TLC, dal nome del nuovo sponsor, una multinazionale cinese quarta produttrice al mondo di televisori), ci sono 14 miglia. Secondo Google Maps si dovrebbero percorrere in 36 minuti. Invece venerdì 23 ottobre mi ci sono volute due ore e un quarto. Il traffico era così terribile in tutta Los Angeles che la proiezione stampa cui ero diretto è cominciata con 55 minuti di ritardo. E non era un’anteprima qualunque, ma quella di Interstellar, il più atteso film dell’anno.

Forse un segno del destino per prepararsi materialmente, oltre che spiritualmente, a un film che affronta i misteri spazio-temporali della teoria della relatività, per cui in determinate condizioni gravitazionali un minuto fra le stelle può equivalere a 7 anni sulla Terra…

Diciamo subito che Interstellar è più di un film: ha l’ambizione dell’evento. Ai tempi beati, si sarebbe definito un “trip”. Tre ore di immagini fantastiche, a turno elaganti o brutali, accompagnate da una colonna sonora per organo ma anche da improvvisi momenti di silenzio totale. Il passaggio su schermo gigante Imax (copia oltretutto in 70 millimetri) della navicella spaziale davanti agli anelli di Saturno rimarrà nella storia del cinema, non solo di fantascienza.

Poi c’è la trama, in perfetto stile Nolan. Il regista inglese che ora vive in America (il percorso opposto di Stanley Kubrick) è uno specialista della non linearità: frammenti di puzzle oltremodo complessi, che solo alla fine si riassemblano. Chi ha ancora il mal di testa per Inception si prepari a una nuova sfida. Nolan è stato accusato di delirio di onnipotenza («l’abbreviazione di Christopher, non è Christ? ») ma anche di un eccesso di cerebralità; eppure il suo amore per i generi – thriller, noir, fumetti – ne fanno anche un grande narratore d’avventura, tanto che il suo desiderio non tanto nascosto è di rivisitare prima o poi l’icona James Bond.

Prima della proiezione Nolan, maniaco della segretezza, ha cortesemente pregato la stampa di evitare spoilers, rivelando in anticipo sorprese e colpi di scena: sono così tanti, soprattutto negli ultimi 45 minuti, che anticiparli, effettivamente, sarebbe un pessimo scherzo agli spettatori.

È piuttosto scontato che Interstellar dividerà il pubblico perché l’aspetto scientifico su cui si basa (plausibile a detta del consulente, il mitico astrofisico Kip Thorne, che collaborò con l’astronomo Carl Sagan al romanzo Contact, poi diventato un film con la regia di Robert Zemeckis) è realmente per iniziati. Ed ecco Nolan auspicare una “comprensione emotiva”: lui stesso bambino aveva visto più volte al cinema, e sempre a bocca aperta, 2001 Odissea nello spazio, colpito dal senso di meraviglia, pur non capendone esattamente il significato.

Tornando alla sua fama di freddo, stavolta invece ci sono almeno un paio di scene in cui anche per il più cinico e smagato degli spettatori sarà difficile impedire agli occhi di inumidirsi. Perché alla fine, spazio, astronavi, robot, la cosa fondamentale è l’aspetto umano, le relazioni, il senso di appartenenza, l’irrazionaltà dell’amore contro la precisione della scienza. È dove si capisce benissimo perché questo film, fantascienza a parte, volesse farlo anni fa Steven Spielberg. A proposito di quella che lui definisce «una meditazione sulla figura dei genitori », Nolan ha solo 44 anni ma già 4 figli; se con sua moglie (Emma Thomas, produttrice di tutti i suoi film) si impegnano ancora un po’, possono pareggiare i 7 della tribù Spielberg…