“PRIDE”: IL NOSTRO COLPO DI FULMINE DELLA SETTIMANA!

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id. GB, 2014 Regia Matthew Warchus Interpreti Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay, Jessica Gunning, Andrew Scott, Ben Schnetzer Sceneggiatura Stephen Beresford Produzione David Livingstone Distribuzione Teodora Durata 2h

In sala dall’

11 dicembre

Corre l’anno 1984. Il governo di Margaret Thatcher impone alla Gran Bretagna la sua spietata politica conservatrice e classista ai danni dei ceti meno privilegiati, con seri sconquassi sociali. Di conseguenza, i minatori del Galles da mesi sono in lungo e disperato sciopero mentre a Londra gay e lesbiche, disprezzati e vessati, manifestano per far valere i loro diritti. Al giovane attivista Mark Ashton non sfugge il collegamento e fonda il movimento Lesbian and Gays Support the Miners (LGSM) a sostegno dei lavoratori. Organizza una colletta e prova a mettersi in contatto con i sindacati in Galles. I risultati sono scarsi e allora rilancia: perché non andare direttamente a Delais (uno dei paesi dove la lotta è più dura) e portare di persona la propria solidarietà? Così a bordo di un multicolore furgoncino un gruppo di gay londinesi parte alla volta del virilissimo borgo proletario. Come verranno accolti?

Da una storia vera, una di quelle ballate epiche per cui non ci si vergogna a ridere, piangere, indignarsi, commuoversi. Come del resto è successo a Cannes dove ha chiuso la sezione dedicata alla Quinzaine des Realizateurs. «Abbiamo girato in Galles nelle location reali dove tutto è successo davvero (…) Durante le riprese alcuni abitanti del villaggio sono venuti a dirci che ricordavano il movimento LGSM e dai loro sguardi si capiva l’orgoglio di essere stati parte di una storia così importante », ricorda il regista Matthew Warchus (attivo soprattutto in teatro dove ha sostituito nientemeno che Kevin Spacey alla guida del mitico Old Vic Theatre a Londra). Perché qui si racconta di uno di quei rari casi di solidarietà e superamento delle barriere culturali e sociali attraverso la lotta politica, magari a colpi di dance music e concerti sfrenati da una parte e superbi canti di protesta dall’altra. Praticamente perfetto è stato l’amalgama tra i due gruppi di attori (e ceti) a confronto; i proletari guidati da vecchie e non consumate glorie come Imelda Staunton, Bill Nighy, più Paddy Considine e i generosi, idealisti e variopinti ragazzi e ragazze di Londra, con Dominic West, George Mackay e Andrew Scott su tutti. Unione felice e gioiosa di spettacolo e impegno, sicuramente “facile” nei suoi colpi vincenti (lo hanno notato quasi tutti i critici quasi fosse una scusa), ma impeccabile nella sua architettura e direzione. Pride, sceneggiato dall’esordiente (al cinema) Stephen Beresford ha già raccolto meritati premi ai British Indipendent Film Award, miglior film e migliori attori non protagonisti (Imelda Staunton e Andrew Scott). Non è che l’inizio, perché siamo sicuri che Pride sarà uno di quei titoli che resteranno nei cuori degli spettatori, almeno quelli puri di spirito.

Massimo Lastrucci