ROMAFF10: “EXPERIMENTER”, IN NOME DELLA SCIENZA

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Nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma, Exeprimenter, il film biografico diretto da Michael Almereyda e dedicato agli esperimenti dello scienziato e psicologo statunitense Stanley Milgram con i quali ridefinì la storia delle scienze sociali

ExperimenterCosa rese possibile lo sterminio di milioni di ebrei? Come fu possibile che nessuno, nell’infinità catena dell’orrore che vedeva protagonisti alti gerarchi e semplici impiegati, si ribellasse all’esecuzione di ordini disumani? Domande spontanee, lette sui libri di storia dalla penna della filosofa Hanna Arendt che nel suo saggio, La banalità del male, analizzò e riportò i resoconti del processo di Norimberga prima e ad Adolf Eichmann poi. Stesse domande che si pose lo scienziato e psicologo statunitense di origine ebraica, Stanley Milgram (Peter Sarsgaard), che nel 1961, pochi mesi dopo l’inizio del processo, a Gerusalemme, del criminale di guerra iniziò un esperimento sul condizionamento degli esseri umani nei confronti dell’autorità. Finanziato da Yale, l’esame prevedeva la presenza di un’insegnante ed un allievo, messi in due stanze separate, dove l’uno poneva domande all’altro e, nel caso di risposta errata, il primo doveva infliggergli delle scosse elettriche di intensità maggiore man mano che si progrediva nell’esercizio. In realtà l’alunno era un membro del team di ricerca e le urla che provenivano dalla sua stanza erano registrate. Quello che Milgram notò, nell’America post Seconda Guerra Mondiale e post Olocausto, era come quasi tutti i partecipanti arrivassero alla fine dell’esperimento senza rifiutarsi di dare scosse elettriche ad uno sconosciuto in nome delle scienza. Questo perché, secondo le conclusioni dello psicologo, i soggetti erano asserviti dalla figura dello scienziato che li supervisionava.

ExperimenterUno studio che determinò una svolta, non priva di critiche e dibattiti, nella storia delle scienze sociali e che il regista Michael Almereyda (Hamlet 2000) fa esporre allo stesso Stanley Milgram attraverso battute rivolte direttamente alla macchina da presa, in un racconto che esce ed entra nella storia, anticipando elementi futuri e giocando nella ricostruzione della vita privata e professionale dello scienziato. Un biopic interessante, specie nella prima metà del film, dove il regista adotta uno stile originale, mixando finzione narrativa all’uso di elementi di rottura come, il già citato strappo della quarta parete cinematografica, o l’impiego di una scenografia fatta di proiezioni bidimensionale nella quale fa muovere i suoi protagonisti. Il tutto arricchito da un uso degli spazi, specie durante le sessioni degli esperimenti, molto geometrico e lineare ed illuminato da una fotografia fredda in linea con l’ambiente accademico che evolve in sfumature più calde nella seconda parte del film ambientata negli anni ’70. Presentato all’ultima edizione del Sundance Film Festival, Experimenter, approda nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma per raccontare una pagina vincente della psicologia moderna, nonostante gli accesi scontri accademici scaturiti all’epoca, in contrapposizione con il fallimento che vediamo in The Confessions of Thomas Quick.

Manuela Santacatterina