ROMAFICTIONFEST: “DEUTSCHLAND 83”, IN EQUILIBRIO SUL CONFINE

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1983, Est e Ovest del mondo. In mezzo un ragazzo, divenuto giocatore sacrificabile in una partita di potere. È la serie tedesca presentata al RomaFictionFest e in arrivo, su Sky Atlantich HD, a dicembre!

Deutschland 83Otto episodi , ambientati in un anno quanto mai delicato, con protagonisti un soldato e un confine, ideologico, rimarcato, storico e, dal 1983, destinato a restare in piedi ancora per ben sei lunghi anni. È Deutschland 83, miniserie tedesca – targata RTL Television, SundanceTV e AMC – che, e c’era da aspettarselo, ha fatto già il suo debutto negli Stati Uniti, sempre sulla Sundance TV (il primo show tedesco ad essere trasmesso sul canale) la scorsa estate, tra l’altro dopo essere presentata, con notevole successo, alla Berlinale 2015. Del resto, cinema e Tv, con esempi del genere, sono sempre più accomunati. Deutschland 83 è arrivato anche al RomaFictionFest, in attesa della release ufficiale italiana fissata per dicembre su Sky Atlantic HD, con l’anteprima del pilot Quantum Jump diretto da Edward Berger e scritto da Anna Winger, autrice dell’intera serie. L’episodio introduce, dopo un opening score sulle note di Peter Schilling con Major Tom (Coming Home) – versione alternativa della Space Oddity cantata da David Bowie – , facendo accadere già molte cose (con curiosità di vedere poi come saranno sviluppati gli eventi), la storia che accompagna il personaggio principale, ovvero il mansueto e insicuro Martin Rauch, nativo della Germania Est ma, sotto un ricatto velato, mandato sotto copertura nella Germania dell’Ovest. Qui, Rauch, deve scoprire, con una buona dose di sangue freddo e metodica attenzione, i segreti e le strategie militari della Nato, facendo i conti anche con un mondo occidentale fino allora del tutto ignorato.

Deutschland 83Dalla sua, Deutschland 83 ha una marcia in più, netta e subito distinguibile: è curata, sia nelle interpretazioni (il cast tutto tedesco, Jonas Nay da il volto al protagonista, troviamo poi Maria Schrader, Alexander Beyer e l’ottimo Ulirch Noethen, nei panni del Generale ”dell’Ovest” Edel) che nella forma (senza scordare la soundtrack dal forte appeal: New Order, Eurythnics, Nena con 99 Luftballons, brano tedesco di protesta pubblicato proprio nel 1983) e nella storia, architettata sopra al 1983, con immagini di repertorio – in certi frangenti è quasi documentaristica, la serie – che fanno immergere lo spettatore in quel ping pong che fu tra l’Est e l’Ovest del mondo, con la corsa agli armamenti, il clima grigio, la tensione da servizi segreti e test missilistici. Ma lo show, spaccato quasi a metà, per colori e luce, da un confine all’altro, punta anche ai più giovani, visto che l’impacciata spia Martin Rauch è un ventiquattrenne comune, con una ragazza, con una madre da accudire e con nessuna attinenza al double agent. Un ragazzo che potrebbe essere chiunque, divenuto pedina fondamentale (ma sacrificabile) in un ”gioco” di potere che oggi, a guardar bene, non ha portato a un bel niente. Anzi.

Damiano Panattoni