ROMAFICTIONFEST: “LIMBO”, LA VITA SOSPESA

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Il film tv diretto da Lucio Pellegrini, presentato fuori concorso alla rassegna, è la storia di rinascita di una donna sospesa “in un tempo che non ha tempo “interpretata da Kasia Smutniak, sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base afghana che porta sul corpo e nella mente le ferite di un attentato che ha interrotto bruscamente il suo mondo.

LimboRaccontare l’attualità attraverso una storia di finzione ma fortemente ancorata al reale. Sono queste le premesse dalle quali parte Limbo, film per la tv diretto da Lucio Pellegrini e adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Melania Mazzucco. Prodotta da Domenico Procacci e Fandango TV in collaborazione con Rai Fiction, la storia ha come protagonista Manuela Piras, sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base afghana, costretta a ritornare in Italia, nella sua casa sul litorale romano, dopo essere stata vittima di un attacco kamikaze che ha colpito lei ed i suoi uomini, causando la morte di alcuni di loro e la sospensione della vita così come l’aveva sempre concepita, tra basi militari, missioni ed operazioni tattiche. «Raccontare il tema dei soldati di pace era qualcosa al quale la RAI era interessata da tempo, ma non basta avere un soggetto importante. C’è bisogno di una storia altrettanto forte e mentre la cercavamo Domenico Procacci ha proposto l’adattamento del romanzo di Melania Mazzucco. Un esempio di come i temi di stretta attualità abbiano bisogno di modi creativi per fare grande un racconto » ha esordito Tinny Andreatta, Direttore di Rai Fiction.

LimboQuella di Limbo è una vicenda stratificata, dove non c’è un solo tema a fare da filo conduttore, ma tante storie che si uniscono per creare quel mosaico narrativo che rappresenta la totalità del racconto. «Abbiamo cercato di rispettare il più possibile i personaggi. Il lavoro più intenso è stato sulla struttura. Si tratta di un romanzo di quattrocento pagine che contiene molto passato della protagonista, con molti episodi in Afghanistan » ha commentato Laura Paolucci, sceneggiatrice insieme a Francesco Piccolo del film. E proprio questo continuo saltare tra passato e presente rappresenta la base registica del film. Manuela in quell’attacco ha perso la memoria e lentamente la vediamo riacquistare consapevolmente coscienza di quello che è avvento: si tratta di un percorso doloroso sia sul piano fisico che psicologico, tra le ferite, ricordi tangibili, e gli incubi, persecuzioni oniriche. «Per me è stato interessante dirigere Kasia in due vesti completamente diverse. È un’attrice molto precisa e, specie nella parte “romana” ha dato prova di essere molto intensa » ha sottolineato il regista che divide visivamente in due la storia grazie anche all’uso di colori caldi nelle sezioni ambientate nel deserto afghano e sfumature plumbee per il presente della protagonista.

LimboLe varie storie di Limbo, dai riferimenti alle missioni dei soldati di pace al recupero personale che passa per l’amore, hanno  come comun denominatore la figura di Manuela, una donna forte e fragile allo stesso tempo, determinata ed orgogliosa, capace di incarnare una realtà recente come quella delle donne soldato, spesso vissuta con difficoltà, resistenze e pregiudizi. «L’aspetto di vivere un tempo che non ha tempo l’ho sentito molto vicino. La parte militaresca mi sono divertita più a girarla perché è un ruolo che avrei sempre voluto fare. Vengo da una famiglia militare, mia nonna lavorava nell’esercito, è per me era molto naturale andare a lavoro con lei dopo la scuola. In Italia la storia delle donne soldato è recente ma nel mio Paese invece no. Per calarci meglio nella parte militare, prima delle riprese, abbiamo fatto un addestramento con dei soldati e abbiamo ascoltato testimonianze di chi è stato in quelle zone che ci ha anche affiancato durante le riprese » ha commentato Kasia Smutniak, cuore pulsante della storia con la sua interpretazione fatta di sottrazione ed un doppio registro recitativo dato dalle due anime della storia, in perenne equilibrio tra passato e presente, rappresentato quest’ultimo da una rinascita che passa attraverso un sentimento per un uomo, a suo modo un reduce, che darà a Manuela la spinta emotiva necessaria per ricominciare a vivere ed uscire dal suo limbo. «Il mio personaggio combatte un’altra guerra e trovo difficile parlare di lui perché si svela solo nel finale. È come se si trattasse di un film nel film » ha concluso Adriano Giannini, protagonista maschile nel ruolo dell’enigmatico Mattia.

Manuela Santacatterina