“STEVE JOBS”: LA RECENSIONE!

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Id., Usa, 2015 Regia Danny Boyle Interpreti Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Perla Haney-Jardine Distribuzione Universal Durata 2h e 2′

In sala dal 

21 gennaio

colpo di fulmineSteve Jobs osservato nei backstage, pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi della sua carriera: il Macintosh nel 1984, il NeXTube del 1988, l’iMac nel 1998. Con lui nel dietro le quinte la direttrice marketing Joanna Hoffman, il cofondatore di Apple Steve Wozniak, il CEO della Apple John Sculley.

Rivoluzionando le regole del biopic, anche quello che ci racconta un personaggio fotografando solo un breve momento della sua vita, Steve Jobs ci restituisce l’essenza di una persona in maniera del tutto anticonvenzionale. Più che una fotografia, come ha dichiarato lo stesso regista Danny Boyle, il film è un quadro impressionista. Splendori e miserie, genio e crudeltà del visionario e pionieristico fondatore di Apple emergono condensando i conflitti più significativi della sua vita nei minuti che precedono i lanci di tre prodotti. Un dietro le quinte astratto, capace di riassumere battaglie, tormenti, gioie, ossessioni, errori e rivincite di una vita spesa a reinventare quella degli altri. Tre prodotti, tre atti di quaranta minuti ciascuno, realizzati come se fossero tre piccoli film, ambientati in tre spazi diversi di San Francisco, patria della seconda rivoluzione industriale, e tre tessuti: quello sgranato del 16mm per la prima parte, quello più morbido del 35mm per la seconda e quello infine del digitale della rivoluzionaria telecamera Alexa per la terza. La struttura narrativa rende giustizia alla complessità e alle contraddizioni di un uomo che ha cambiato per sempre il modo in cui interagiamo gli uni con gli altri, che ha ridisegnato il futuro, ma che non ha saputo costruire rapporti affettivi, convinto che bontà e talento fossero incompatibili. Impiegherà molti anni per innamorarsi di sua figlia, proprio lui che abbandonato dai propri genitori e adottato, non ha mai visto ricucita una ferita attraverso la quale rileggere molti capitoli della sua vita. Quasi un personaggio shakespeariano, Jobs, al quale Michael Fassbender ,candidato all’Oscar, regala fascino e spessore, umorismo e verità, può contare sulla brillantissima scrittura di Sorkin, che aveva scritto anche Social Network sul fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg e che questa volta si ispira alla biografia scritta dal giornalista Walter Isaacson. Lunghissimi dialoghi, musicali e ricchi di energia verbale costituiscono lo scheletro del film, e i fitti, fulminanti scambi di battute tra Jobs e la Hoffman (anche Kate Winslet candidata all’Oscar) sono ragioni sufficienti per non lasciarsi scappare questo piccolo gioiello.

Alessandra De Luca