TFF 2015: È IL MOMENTO DI “MOONWALKERS”

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Diretto da Antoine Bardou-Jacquet, il film è una commedia-action che trasuda rock, sex, spiriti hippie e nostalgia.

Un corroborante tuffo nel bel passato che fu, con una commedia-action che trasuda rock, sex, spiriti hippie e nostalgia, con la sola moonwalkersopportuna aggiunta di una regia scafata e modernissima. Non lasciatevi fuorviare dalla nazionalità francese dell’esordiente Antoine Bardou-Jacquet, lo spirito di Moonwalkers è puro Made in England, anzi è un british-movie sotto acido (definizione non mia). Siamo nel 1969, gli americani sono preoccupatissimi, la missione Apollo 11 sulla Luna ha altissime probabilità di fallire e la Nasa dovrebbe così lasciare campo libero agli odiati sovietici. La CIA ha un’ideona: perché non assoldare Stanley Kubrick (che ha appena girato 2001 Odissea nello spazio), andare a Londra dove vive e incaricarlo di girare un finto allunaggio e spacciarlo (eventualmente) come vero?

MoonwalkersDifetti del piano: l’agente incaricato (Ron Perlman) è un gorillone ancora traumatizzato dalle immagini del Vietnam e, per equivoco, affida milioni di dollari e incarico a uno sfigato rock-manager dilettante, oltretutto indebitato con i peggio gangster (Rupert Grint, simpaticissimo) e al suo scoppiato socio sempre fumato o impasticcato (scambiato clamorosamente per il cineasta). Da una leggenda metropolitana (tra l’altro a leggere le biografie di Kubrick la storiella, sia pur di di sbieco, fa capolino) – che ispirò allora, nel 1977, ad esempio il fantathriller Capricorn One – una coloratissima commedia anarcoide, pacifista e strafattona, piena di ben giocate citazioni kubrickiane, battute felici, gag brillanti, con in più – quando capita e qui capita sovente – qualche sparatoria e colpi pulp così sanguinolenti e cinici da strappare risate. Tra Yellow Submarine e una orchestrazione di avvenimenti criminali, popular-metropolitani e bizzarri che ricorda i gangster-movie di Guy Ritchie (tipo Lock & Stock o Snatch-Lo strappo). Applaudissimo e sprizza-allegria.

Massimo Lastrucci