TFF2015: A TERENCE DAVIES IL GRAN PREMIO TORINO

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Il 26 novembre il prestigioso riconoscimento sarà conferito al regista, che è stato uno dei nomi più fulgidi ed eccentrici del “British Renassaince”

Sunset SongDopo Carlo Mazzacurati (2013) e Julien Temple (2014), spetta a un altro inglese, from Liverpool, Terence Davies (classe 1945) il glorioso Gran Premio Torino. Giovedì 26 novembre, la serata sarà tutta dedicata a lui. Terminata la cerimonia, si terrà la proiezione del suo ultimo film, Sunset Song, da un libro di Lewis Grassic Gibbon diventato un classico nazionale, Il Cantico del tramonto. Ovvero la storia quotidiana per la sopravvivenza di una famiglia di contadini nella campagna scozzese, con al centro il rapporto tribolato tra padre (la roccia Peter Mullan e ho detto tutto) e figlia (Agyness Deyn, nome d’arte di Laura Hollins, soprattutto modella anticonformista e poi musicista e, da qualche stagione, attrice). Un ruolo per lei impegnativo e travolgente, perfettamente in linea, come tematiche, con i capolavori del regista. Curiosità: occhio alle musiche, come sempre in Davies preziosamente curate, con il suonatore di cornamusa James Adamson sugli altari.

Voci lontane...sempre presentiL’omaggio a quello che è stato uno dei nomi più fulgidi ed eccentrici di quella particolare esplosione di creatività cinematografica inglese negli anni ’80 conosciuta come “The British Renassaince”, si completa con la riproposizione durante le giornate di quello che è il suo primo effettivo lungometraggio (il capolavoro The Terence Davies Trilogy, 1983, che è una raccolta di tre meravigliosi autobiografici corti dallo stile essenziale sino a una austerità quasi sacrale). Ci riferiamo a Voci lontane…sempre presenti (Distant Voices, Still Lives, 1988), premio Fipresci a Cannes e Pardo d’oro a Locarno. Praticamente un altro capitolo autobiografico, raccontando di una famiglia operaia di Liverpool (padre – l’immenso Pete Postlethwaite – moglie e tre figli, due femmine e un maschio), partendo dagli anni della guerra. Una storia di legami familiari fortissimi e indissolubili, nonostante il carattere violento del padre e le traversie. Un film fatto di pub, canzoni, scabro realismo e poesia. Come scrisse Morando Morandini: «Quando ne uscirete, avrete capito meglio perché i Beatles sono nati e cresciuti a Liverpool ».

Massimo Lastrucci