TFF2015, CRAIG ROBERTS: «IL MIO FILM PREFERITO? TAXI DRIVER! »

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Nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival c’è il lungometraggio d’esordio del ventiquattrenne Craig Roberts: ecco cosa ci ha raccontato di lui tra il suo film del cuore e una vita da “looser”

just jimJust Jim per Craig Roberts è, finora, il primo film all’attivo come regista (e attore) ma, grazie al suo occhio e alla sua attinenza alla regia cinematografica, è già uno dei filmakers indie più ricercati del momento. E, guardando il film, non si può non capire il perché. Il suo debutto dietro la macchina da presa, infatti, che omaggia nel titolo un vecchissimo film statunitense del 1915 con la star del cinema muto Harry Carey (e guarda caso, il personaggio che interpreta Roberts è un patito degli old movies), racconta, con un profondo significato su ciò che vuol dire crescere, cambiare e accettarsi, di Jim, un liceale (oseremo dire, il classico “sfigato”) gallese che passa le sue giornate tra la noia e una sala cinematografica. Le cose cambiano quando, come vicino di casa, arriva l’americano Dean che, oltre ricordare per il nome l’indimenticabile James, ne ricorda anche i modi, le fattezze e l’inconfondibile stile. Dean, interpretato da Emile Hirsh, porterà lo stralunato Jim verso la strada “cool”, facendogli perdere del tutto la cognizione di sé stesso e del mondo che gira attorno a lui. Craig Roberts, che è si è fatto conoscere nel 2010 grazie all’indipendente (e cult) Submarine, diretto da Richard Ayoade e prodotto dalla Red Hour Productions di Ben Stiller, come detto ha diretto, interpretato e anche scritto Just Jim: «Sembra che io abbia un grande egocentrismo! Ma, a parte gli scherzi, l’ho scritto, diretto e interpretato per una questione di budget », ha scherzato Roberts. Sul film, il giovane autore, si è espresso cercando di analizzare quello che ha voluto trasmettere al pubblico: «Volevamo avvicinare lo spettatore all’universo nichilistico di Jim. Il pubblico doveva sentirsi annoiato come lui, anzi, come lo ero io da adolescente », prosegue il regista, «Tra l’altro il ritmo è altalenante perché il protagonista è latentemente schizofrenico… »

just jimIn Just Jim colpisce, tra le altre cose, la narrazione, divisa in due, in un pre e in post arrivo di Dean, il personaggio interpretato da Hirsh. «Se fossi stato l’unico protagonista del film, molto probabilmente sarebbe stato un film noioso, così ho creato una sorta di antagonista alla Dean. Lui colora il mondo di Jim, e da al film una sintassi diversa », dice il regista. L’opera prima di Craig Roberts tocca diversi temi, dalla difficoltà di crescere in un mondo troppo ottuso, fino alla complessità (e la difficoltà) di rapportarsi con gli altri. E poi c’è la schizofrenica, che rende la vita di Jim un universo chiuso e complesso. «Si trattava di capire come risolvere il disturbo, non c’è un happy ending nel film », dice Craig Roberts, «Lui vive in un mondo di fantasia e ci si accomoda dentro ». Tante metafore nel lungometraggio, come quella significativa della corsa. «La corsa campestre è una metafora dell’imperativo che si ha a scuola dell’essere cool. E correre è un modo per superare questa visione. Jim, con la corsa, impara che solo rallentando si può avere un confronto con gli altri ».

just jim“Cool”, dunque. Una parola con cui Roberts si è scontrato spesso, e che gli ha segnato l’adolescenza, nel bene e, soprattutto, nel male. «Io non so cosa significhi esattamente essere cool, spiega il regista, perché la mia vita è l’opposto del cool. Un ragazzino magari lo sa, e lo rapporta allo stile di vita americano, ma l’idea che ho io è assai vaga ». In Just Jim, il comparto visivo e scenico è notevole, complice una fotografia filtrata e calda, con luci sapientemente indirizzate. Oltre le inquadrature, che si concentrano sui campi medio-lunghi, quasi fotografici. A tal proposito, il regista ha sottolineato: «Avevamo poco tempo per girare, quindi pochi ciak a disposizione. Amo Roy Anderson, uno dei più grandi cineasti, ha un modo di usare il campo medio e lungo incredibile, dà quasi la sensazione di inserire i personaggi in una vignetta. Nella prima parte ho voluto adottare questo stile, poi quando arriva Dean ho inquadrato insieme i personaggi, pur non avvicinandomi troppo. So perfettamente che è una scelta rischiosa, che compromette l’accessibilità al film… ».

SubmarineVentiquattro anni e una carriera da regista praticamente già avviata per Craig Roberts, nonostante abbia recitato in diversi film (Jane Eyre, Red Lights, Cattivi Vicini, 22 Jump Street), oltre che in Submarine. «Continuerò a dirigere se qualcuno avrà soldi da sprecare! », ammicca il regista, «Non reciterò più però, perché credo ci siano persone in grado di farlo meglio di me. Probabilmente farò altre commedie perché credo un film senza un pizzico di comicità sia sprecato, inguardabile, quasi un insulto per il pubblico. Ovviamente con le dovute eccezioni… Ma credo che lo humour sia fondamentale, non a casa il mio film preferito è Taxi Drivers. Lo trovo esilarante, il protagonista è così fuori di testa! ».

Damiano Panattoni