TFF2015, I DUE VOLTI DI JULIEN TEMPLE

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Nella duplice veste di Guest Director e regista di un film in rassegna, il cineasta britannico presenta il suo ultimo lavoro: The Ecstasy of Wilko Johnson

ECSTASY OF WILKO JOHNSONCineasta integro e autore appassionato e spesso appassionante, Julien Temple è un amico di vecchia data del Torino Film Festival. E, invitato nella duplice veste di Guest Director e regista di un film in rassegna, ha risposto al meglio, accolto sotto il titolo di Julien Temple: questioni di vita e di morte. Come “selezionatore” ha proposto alcuni suoi film del cuore (altrettanti capolavori) di quando era frequentatore assiduo dell’Electric Cinema in Portobello Road, negli anni ’70. L’occasione in pratica di rivedere su grande schermo opere sublimi come Scala al Paradiso (Powell e Pressburger, 1946), La bella e la bestia (Jean Cocteau – e René Clement – 1946), Il settimo sigillo (Ingmar Bergman, 1957), Il colore del melograno (Sergei Paradjanov, 1969), Stalker (Andrei Tarkovsky, 1980).

OIL CITY CONFIDENTIALMa come regista in proprio, presenta qui il suo ultimo lavoro, particolarmente emozionante. The Ecstasy of Wilko Johnson (2015) segue l’epica battaglia con il cancro di Wilko Johnson, il leggendario chitarrista dei Dr. Feelgood, bluesman travolgente e testimone degli anni più hot dell’Inghilterra Rock. 10 mesi affrontati non con lo scoramento o la depressione, ma al contrario a viso sfrontato, organizzando tour musicali («I suoi concerti si trasformavano in strani eventi in cui il pubblico piangeva, piangeva e gli diceva arrivederci ») e in piena iperattività (con Roger Daltrey ha registrato persino un album blues effervescente). Il film, come sostiene Temple, è la raccolta-sintesi di un’esperienza unica che si risolve – insospettabilmente – in un inno rock alla vita, esaltante e allegro (tra l’altro i film selezionati di cui sopra compaiono tutti in qualche modo citati).Opportunamente, il TFF ripropone accanto a questa prima visione, anche quell’energetica rock-biopic che è Oil City Confidential (2009), ovvero la storia dei Dr.Feelgood, l’esplosiva band di provincia che osò nei ’70 riproporre il più sporco rock blues, anticipando persino certi furori del punk e conquistando sia pur per stagioni – ahinoi! – troppo brevi la Gran Bretagna e il mondo.

Massimo Lastrucci