“THE DANISH GIRL”: LA RECENSIONE!

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Id. GB/Usa, 2015 Regia Tom Hooper Interpreti Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Shoenaerts, Amber Heard, Ben Whishaw Sceneggiatura Lucinda Coxon Produzione Gail Mutrux, Anne Harrison,Tim Bevan, Eric Fellner, Tom Hooper Distribuzione Universal Pictures Durata 1h e 59′

In sala dal 

18 febbraio

Copenhagen, anni ’20. Einar e Gerda Wegener formano una affiatata coppia di pittori (genere paesaggistico-sensual-impressionista come tanti dei nordici), in effetti più affermato il primo che non la seconda. Ritratto in abiti femminili dalla moglie, Einar comincia a intuire dalla passione che prova nell’indossare calze e gonne che forse la sua natura è un’altra. Dai turbamenti alla consapevolezza, muta la sua identità in quella di Lili, gira travestita, finché, riconosciuta come transessuale, verrà sottoposta a un pionieristico trattamento chirurgico per farla finalmente diventare quello che si sente intimamente di essere.

Da un romanzo di David Ebershoff, a sua volta ispirato a una storia vera, Tom Hooper cavalca con spirito non infingardo problematiche della nostra più stretta attualità in versione storicizzata ma che non schiva l’impatto emotivo (se oggi ancora suscita turbati e contrastati sentimenti, figuratevi all’epoca e soprattutto considerate quale crudele prova psicologica e chirurgica doveva sottoporsi il/la paziente volontaria). Se l’aria politically correct comunque incombe, la ricostruzione storica è gustosa e non fa grinze (del resto il cineasta ha alle spalle successoni come il premiato Il discorso del re e Les Misérables e le candidature agli Oscar per costumi e scenografia sono quasi dovute), e, indipendentemente dai motivi (transessualità, femminismo), la ricerca della modernizzazione funziona bene soprattutto nel quotidiano dei dialoghi e delle scene di strada. Manierata e volutamente alla ricerca dell’exploit schockante pare invece la recitazione di Eddie Redmayne che si esprime tra turbamenti subitanei sul viso, voce sommessa, accenni di passionalità trattenuta (del resto ha preso il posto della prima scelta, Nicole Kidman!). Una fatica improba – ammettiamolo – ma che dopo l’Oscar lo scorso hanno per La teoria del tutto nei panni dell’astrofisico handicappato Stephen Hawking, rischia di relegarlo nel territorio delle performances più istrioniche, novello Lon Chaney in versione patetica. Per questo più efficace espressivamente, nella sua misura, ci è sembrata Alicia Vikander (Anna Karenina, Il settimo figlio): giovane, luminosa, artisticamente già rifinita. Entrambi ambiscono alla dorata statuetta, noi qui tifiamo più per lei che per lui.

Massimo Lastrucci