“THE NIGHTMARE”, CHI HA PAURA DEL SONNO?

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Il film diretto da Rodney Ascher indaga, tra incubi malvagi e visioni inquietanti, la cosidetta sindrome della paralisi del sonno attraverso la testimonianza diretta di otto persone. Il documentario, presentato al Torino Film Festival, è distribuito in Italia dal 7 giugno da CG Entertainment.

The NightmareAvviene l’attimo prima in cui il corpo e la mente sprofondano nella fase REM, quando i suoni si percepiscono distintamente e ancora si ha un leggero senso di veglia. È in quel preciso istante che l’inferno si spalanca davanti gli occhi aperti. Sì, perché nonostante il sonno stia prendendo il sopravvento, le palpebre restano spalancate, gli arti bloccati, il respiro affannato, quasi assente. L’oscurità prende forma, diventa viva. Un incubo apparentemente infinito si impossessa del corpo inerme, impossibilitato a muoversi e reagire. Uomini neri, strane presenze, voci spettrali. Qualche volta alieni e pure gatti dagli occhi rossi. Sono i monsters che hanno ormai invaso la camera da letto. Per fortuna, nella stragrande maggioranza dei casi registrati, si attende che quei minuti di paralisi passino il più in fretta possibile, per (ri)svegliarsi e rendersi conto che non c’era nulla di reale. Forse. 

The NightmareNo, non è un franchise horror con delle strane creature riprese da qualche videocamera ad infrarossi, ma è una diffusa patologia del sonno che, per l’appunto, fa rimanere bloccati con il buio tutto intorno che ”pare” animarsi. Wes Craven, da questa sindrome (perché altro non è, il più delle volte), ha tratto ispirazione per creare il celeberrimo incubo di Freddy Kruger, ma da sempre l’arte e la letteratura hanno attinto in questa patologia, per dare una spiegazione all’incubo, all’occulto. Al demoniaco. Fa la stessa cosa, calcando la mano sugli aspetti più inquietanti, il regista Rodney Ascher (per intenderci, l’autore dell’eccezionale docu-film Room 237, incentrato sui significati nascosti di Shining) con l’inquietante documentario The Nightmare.

The NightmareL’opera raccoglie le esperienze di otto persone, che raccontano nell’arco di 90 minuti suddivisi in capitoli, il loro tormento, le loro visioni, il loro dramma, per alcuni. Perché come ci mostra Rodney Ascher nelle ricostruzioni (assai paurose e riuscite all’inizio del documentario, un filo ripetitive nell’ultima parte), quello che vivono di notte è qualcosa che sfiora la sfumatura più vicina a ciò che si può considerare “malvagio”. C’è chi si sente circondato da una squadra di boogeyman, chi viene toccato da uomini antropomorfi simili ad alieni, chi invece vive esperienze extracorporee, rispondendo a misteriose telefonate, lottando con questi esseri oppure osservando, sulla pancia della propria compagna, uno spaventoso gatto, talmente nero da sembrare un black hole. Addirittura, qualcuno racconta di aver avuto dei rapporti sessuali, con tali esseri. Inutile strillare, perché dalla bocca, durante le paralisi, non esce un fiato. Come detto, ci sono delle spiegazioni psico-mediche, eppure il regista, prediligendo la spettacolarità, lascia fluire i racconti e gli incubi, in un turbine di brividi e scosse, finendo per influenzare i più scettici e mostrare “vicinanza” a chi soffre di tale patologia. Poi, tutto sembra durare ore, in verità sono solo pochi secondi, al massimo un minuto. Una percezione della realtà, dunque, completamente distorta, quasi in connessione con altre dimensioni spazio-temporali. Si può solo cercare di raccogliere tutte le forze per svegliarsi dall’inferno, notte dopo notte, incubo dopo incubo. Sperando solo che l’uomo nero non entri più da quella porta semiaperta.