THE WATER DIVINER

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Australia/Turchia/Usa, 2014 Regia Russell Crowe Interpreti Russell Crowe, Olga Kurylenko, Yilmaz Erdogan, Cem Yilmaz, Jai Courtney Sceneggiatura Andrew Knight, Andrew Anastasios Produzione Andrew Mason, Keith Rodger, Troy Lum Distribuzione Eagle Durata: 1h e 51′

In sala dall’

8 gennaio

Quattro anni dopo la terribile battaglia di Gallipoli, durante la Prima Guerra Mondiale, l’agricoltore australiano Joshua Connor si reca in Turchia alla ricerca dei tre figli partiti per combattere nell’Australian and New Zeland Army Corps (di cui quest’anno ricorre il centesimo anniversario) e dati per dispersi sul campo. Determinato a superare gli ostacoli della burocrazia militare, aiutato prima dalla bella Ayshe, proprietaria dell’hotel dove alloggia, poi da un ufficiale turco che ha combattuto contro i tre giovani, Connor si aggrappa alla speranza di trovare vivi i suoi ragazzi.

Debutto alla regia di Russell Crowe, che va ad allungare la lista degli attori passati dietro la macchina da presa, The Water Diviner nasce da un’idea dello sceneggiatore Andrew Anastasios: conducendo delle ricerche sulla storia australiana ha scoperto la lettera di un colonnello della commissione Imperial War Graves che accennava a un vecchio australiano giunto fino in Turchia per cercare la tomba del figlio. The Water Diviner è dunque un film sulla ricerca: Connor, rabdomante capace di trovare l’acqua nel deserto, riesce a sentire la presenza dei figli, e lotta contro ogni ostacolo pur di ritrovarli, vivi o morti. Ma sullo sfondo di un paese dilaniato da nuove tensioni, l’uomo cerca anche la pace interiore che sua moglie, incapace di accettare la perdita dei figli, non ha mai raggiunto. Cerca il modo di perdonare se stesso e il nemico perché è solo dall’amore che si può ripartire e ricominciare a vivere. La riflessione sull’assurdità della guerra che miete vittime in tutti gli schieramenti e sulla necessità di un dialogo tra le diverse culture prende nel film di Crowe una forma classica, priva di guizzi di regia, ma dotata di una sua solidità, come gli hanno insegnato Ridley Scott, Ron Howard, Michael Mann. Impossibile non pensare a Gli anni spezzati di Peter Weir, modello decisamente inarrivabile per il neo regista australiano che di tanto in tanto perde di vista la dimensione epica per abbandonarsi a un melodramma dal sapore assai zuccheroso. Ma l’umanità raccontata dall’ex gladiatore è ricca di poesia e nonostante qualche scivolone si resta volentieri a guardarla.

Alessandra De Luca