TIHANA LAZOVIĆ: IL NUOVO TALENTO EUROPEO

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Sole altoShooting Star all’ultima Berlinale e protagonista di Sole alto, il film diretto da Dalibor Matanić premiato dalla giuria del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, Tihana Lazović, classe 1990, è sicuramente uno dei talenti emergenti dell’anno. Sole Alto, distribuito da Tucker Film, arriverà nelle nostre sale domani, mostrandoci le contraddizioni di una guerra senza senso, quella che negli anni Novanta sconvolse i Balcani. L’opera di Matanić racconta l’amore fra un ragazzo croato e una ragazza serba. Stessi attori per un sentimento analizzato e descritto dal regista nell’arco di tre decenni consecutivi: il 1991 e l’ombra scura della guerra, il 2001 e le cicatrici che devastano l’anima e il 2011 e la possibile rinascita. Tihana Lazović si è quindi calata nei panni di Jelena, Nataša, e Marija, tre donne diverse legate da unico sentimento, filo conduttore del film che ha trafitto l’anno scorso i giurati di Cannes. Naturale, spontanea, bellissima, Tihana ci ha raccontato l’emozione di girare Sole alto e i suoi progetti futuri. 

Cosa si prova ad aver ricevuto riconoscimenti importarti a festival come quelli di Berlino e Cannes?

In un anno sono successe davvero molte cose. Sono stata a due dei festival di cinema più prestigiosi al mondo, ed è stata un’emozione grandissima. Questi riconoscimenti mi hanno motivata ancor di più, è come se qualcuno mi avesse dato una pacca sulla spalla e detto “brava, ora però devi ricominciare a lavorare”. È facile perdere la testa, ma credo fermamente che l’importante sia continuare questo percorso e impegnarsi sempre. Cosa pensa dell’odio etnico, uno dei temi fondamentali di Sole alto? Quello che sta succedendo in generale nel mondo è molto triste. La Croazia sta ritornando in una situazione medievale e purtroppo quello del film è un tema ancora attuale. La cosa peggiore è che questo odio, retaggio della guerra, si sente trai i giovani croati che non l’hanno neanche vissuta. La verità è che è molto più facile odiare che amare. Sole alto si conclude con una speranza, ma nella realtà non so in quale direzione stiamo andando.

Il cinema secondo lei ha il potere di apportare qualche cambiamento?

Sole altoUn film ovviamente non può cambiare il mondo ma può sicuramente svegliare le coscienze. Se un’opera riesce a toccare anche solo una persona, è già stato fatto un grandissimo lavoro. In Croazia si girano per lo più film sulla guerra nei Balcani. In molti nel mio Paese hanno definito Sole alto il “puntino sulla i”, con la speranza che questo sia l’ultimo film che tratta questi argomenti, ma secondo me non siamo ancora pronti per passare a qualcosa di più divertente. Qual è stato dei tre personaggio più difficile da interpretare? Non c’è stato un personaggio più difficile. Jelena caratterialmente è la più simile a me. In teoria sarebbe dovuta essere la più semplice da interpretare ma in realtà è più facile ricoprire il ruolo di qualcuno completamente diverso da sé stessi. Nataša è estremamente interessante come donna, per questa parte ho dovuto lavorare molto sul fisico, trasformarmi. Marija invece ha vissuto un’esperienza che non ho mai avuto, quindi la considero di più come una persona da osservare, un’amica quasi.

Come si è trovata a lavorare con Dalibor Matanić?

Sul set sembravamo due bambini, ci siamo divertiti e siamo molto amici. Ci lega una profonda sintonia, qualsiasi cosa mi dicesse capivo immediatamente cosa volesse da me. Penso sia raro trovare un’intesa così forte con qualcuno. Insieme abbiamo lavorato anche a teatro, sempre in qualcosa di leggero: Thelma & Louise (ride ndr). C’è un momento durante le riprese che ricorda in modo particolare? Girare il film è stato fantastico, un’esperienza meravigliosa. Un momento emotivamente intenso è stato mentre giravamo l’ultima scena della prima storia, quella di Jelena. Io ero in lacrime, non riuscivo a smettere di piangere e mi sono accorta che anche  Goran (Marković, il protagonista maschile ndr) piangeva. È stato molto forte. Sole alto

Con che regista le piacerebbe lavorare?

Tarantino (ride ndr). La verità è che sceglierei ogni regista che volesse lavorare con me. Ci sono attrici a cui si ispira, dei modelli? A dire il vero no, non ho idoli. Preferisco gli attori europei, sono più istintivi, più spontanei, come me. Credo che a volte, quando si vede in un film una grande attrice hollywoodiana, si idealizzi l’idea di lei, mettendo quasi in secondo piano il ruolo che interpreta.

Lei è anche un’attrice teatrale, palcoscenico o cinema?

Sono due mondi completamente diversi, fare un paragone per me è impossibile. Come attrice mi considero davvero fortunata di poter lavorare sia in teatro che nel cinema, è una situazione ideale.

Progetti futuri?

Al momento sto recitando in tre pièce teatrali. Per quanto riguarda il cinema sto facendo delle audizioni. Incrocio le dita. I tre film che ha nel cuore? È una domanda difficile. Forza maggiore, La vita è bella e Nuovo cinema paradiso. Adoro il cinema italiano!

Rudy Ciligot