“UN ALTRO ME”, LA VIOLENZA SULLE DONNE VISTA DA CHI LA COMMETTE

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Per combattere la violenza sulle donne è indispensabile capire anche da cosa nasce, chi sono gli uomini che la commettono. Come Sergio, Gianni, Giuseppe, Valentino, Carlo ed Enrique, detenuti nel carcere di Bollate per reati sessuali. Delle persone apparentemente come tante, che a un certo punto si sono macchiate di un crimine orrendo. E dopo aver scontato la pena, rischiano di ricascare nel medesimo meccanismo e commettere reato di nuovo perché, soprattutto in questi casi, la detenzione è un deterrente ma non basta. A raccontarli, e a documentare il percorso di cura che per un anno hanno intrapreso dietro le sbarre con l’Unità di Trattamento Intensificato per autori di reati sessuali, è il documentario Un altro me di Claudio Casazza, che questa sera inaugura in anteprima mondiale la 57/esima edizione del Festival dei Popoli in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Casazza porta lo spettatore dritto nel carcere di Bollate, gomito a gomito con i detenuti per 12 mesi, fra i colloqui con l’equipe di criminologi, psicologi e terapeuti che ha portato avanti con loro il primo esperimento in Italia per evitare che le violenze siano ripetute. Colloqui duri su temi per forza scabrosi, che però aiutano a comprendere, pur con il necessario filtro del “fuori fuoco” anche per proteggere l’identità dei protagonisti, che la violenza non nasce mai per caso, ma è il prodotto di condizioni sociali e psicologiche, di alibi culturali, che è necessario tentare di cambiare alla radice. Così Sergio, Gianni, Giuseppe e gli altri raccontano come sono arrivati a commettere violenza: alcuni tentano di auto assolversi, altri sono spietati con se stessi, altri ancora non comprendono la posizione della vittima, finché gli psicologi non fanno loro incontrare una donna che ha subito violenza fin da bambina, e ha scelto di raccontare la sua testimonianza proprio per cercare di cambiare le cose. Il film ha il merito di non giudicare, di non “esibire il mostro”: anzi, a colpire di più è proprio la quotidianità del lavoro degli esperti con i detenuti, la loro capacità di esplorare e modificare i loro atteggiamenti pezzo per pezzo, sulle piccole cose, affinché questi uomini possano davvero costruire “un altro sé”, e ricominciare davvero.

Questa sera alla proiezione del film, prodotto da GraffitiDoc con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Piemonte Doc Film Fund, saranno presenti, oltre al regista anche la produttrice Enrica Capra, la vice presidente del Senato Valeria Fedeli, Anna Rossomando, membro della Commissione Giustizia e del Comitato per le Pari Opportunità, e il criminologo Paolo Giulini, coordinatore dell’Unità di Trattamento Intensificato.

Inoltre Gucci, partner del Festival dei Popoli per la serata di apertura della 57a edizione, ha appoggiato la scelta del film e ha voluto organizzare una proiezione privata per tutti i suoi dipendenti in Italia e all’estero.

Guarda il trailer di Un altro me