VISIONI DI GIOCO: “MARADONA DI KUSTURICA”, IL BELLO PER IL POPOLO

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Inizia oggi una nuova rubrica di riflessioni e appunti fra cinema e sport: si parte da Maradona di Emir Kusturica

Maradona KusturicaDa una parte Emir Kusturica, il regista di film come Arizona Dream, Underground, Gatto nero, gatto bianco, famoso per il suo impegno politico e per i suoi attacchi alla destra ultranazionalista serba. Dall’altra Diego Armando Maradona, semplicemente il calciatore più famoso di tutti i tempi, e per chi scrive il più forte della storia del calcio. In Maradona di Kusturicail regista non è però interessato alle doti calcistiche del fuoriclasse argentino. In molti mesi di riprese tra Argentina e Serbia, Emir segue Diego, corre appresso ai suoi ricordi, vi aggiunge i propri, regala testimonianze dirette di vita perfino struggenti: come i due minuti della bellissima La vida tombola cantata da Manu Chao per strada, di fronte a un profondamente commosso Diego; oppure, quelle in cui Diego si mette a nudo e confessa che cosa sia stata per lui la cocaina e quanto gli abbia tolto e negato.

Se c’è una cosa che accomuna Emir Kusturica e Diego Armando Maradona, questa è la capacità di creare il bello per il popolo. Entrambi, attraverso cinema e calcio, creano qualcosa di popolare. Ciò non significa semplice o banalizzante. Maradona di Kusturica esalta proprio quest’aspetto: paragonando la propria arte cinematografica a quella calcistica, Kusturica spoglia il cinema di ogni eccesso di intellettualizzazione. Il cuore del film si trova nella considerazione per cui quello che ha reso tanto mitologica la figura di Maradona sia il suo rifiuto della normalità: i vizi e le debolezze che lo hanno caratterizzato non sono quelli di un calciatore come gli altri, ma quelli di un uomo.

maradona-by-kusturica-305733lI calciatori normali sono quelli che si comportano come sportivi; Maradona è entrato nel cuore della gente perché non si è mai adattato, assumendo i connotati del fuoriclasse ma rimanendo sempre fedele a se stesso, alle sue idee e alle sue contraddizioni. In questo modo, mostrando una totale trasparenza e sincerità in un mondo come quello del calcio ormai sempre più inaccessibile e programmato a tavolino, e incoraggiando una specie di identificazione nei suoi confronti da parte dei tifosi o dei semplici appassionati di calcio.

L’impegno politico di Kusturica indirizza il film a concentrarsi, di conseguenza, su quello di Maradona: dal dichiarato anticapitalismo al disprezzo verso la politica degli Stati Uniti, dall’amore per Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara all’amicizia con il presidente venezuelano Hugo Chavez, fino alle accuse a politici e dirigenti che governano il mondo del calcio. E poi, ovviamente, quel gol di mano all’Inghilterra nei Mondiali dell’86, vinti dall’Argentina: una mano che non appartiene soltanto a Maradona, ma a milioni di mani. Una rete attraverso cui il popolo argentino si è identificato per raggiungere Margaret Thatcher al di là dell’oceano e restituirle la sua inutile guerra delle Falkland e la sua violenza neocolonialista.

Emiliano Dal Toso