La Bouillabaisse (Italia, 2013/2014)
Lei (Antonella Civale) è la âregina della Bouillabaisseâ (per chi non lo sapesse, è una zuppa di pesce tradizionale della Provenza), cuoca regina nella cucina del suo ristorante, nervosa, sardonica, pragmatica, al punto tale che, mentre sta per partorire un bambino, non smette di tenere d’occhio ingredienti e cottura. Lui (Adriano Evangelisti) è l’esatto suo contrario: fragile, melodrammatico (ha una certa tenenza al finto tentato suicidio gastronomico-teatrale), cronicamente immaturo. Sono i due sapori base (il terzo è un maestro di tennis, chiuso nel frigo) di La Bouillabaisse corto tutto ambientato dentro una cucina, ma che in una manciata di minuti offre ritmo scatenato e una verve da commedia intelligente, dal gusto speziato con voli leggiadri verso il surreale. Scritto da Alessio Lauria e Matteo Visconti e diretto con notevole professionalità e bel gusto scenico dalla coppia Andrea Lanfredi e Nicola Parolini La Bouillabaisse ha partecipato nel 2013 al 48 Hour Film Project, premio dal meccanismo piuttosto complesso. La sede del premio è in Usa, ma la selezione delle opere avviene in un centinaio di città di tutto il mondo, dove giovani registi sono chiamati a realizzare un corto di 7 minuti in 48 ore, poi i vincitori delle edizioni locali si confrontano in Usa. Lanfredi e Parolini hanno vinto l’edizione di Roma e sono così approdati a Phoenix, ottenendo il premio per la miglior regia e il secondo posto nella categoria miglior film. A Natale, la coppia ha messo in rete La Bouillabaisse-Christmas Edition, nuovamente con la coppia di cuochi e la presenza di un eccentrico Babbo Natale. Una bella prova generale per quello che il corto è destinato a diventare in futuro: una serie tv che usa la moda gastronomica per fare cinema brillante e originale.
Guarda La Bouillabaisse – Christmas Edition
INTERVISTA A NICOLA PAROLINI
Trentenni mantovani, Andrea Lanfredi (il più âtecnicoâ del duo, visto che ha studiato regia e recitazione, è attore teatrale e cinematografico, visto anche in Centochiodi di Olmi) e Nicola Parolini (l’ âautodidattaâ, che ha fatto soprattutto pratica sul set di spot, videoclip e corti) hanno fondato nel 2009 Anian Film, casa di produzione, ma soprattutto (basta guardare il sito), fucina di progetti. Dopo aver firmato singolarmente sceneggiature e regie di diversi corti, nell’ottobre 2013 hanno diretto a quattro mani La Bouillabaisse, presentato anche al Festival di Cannes nell’ambito del Short Film Corner. Ora, oltre alle serie tv nata dal loro fortunato corto, stanno lavorando anche alla sceneggiatura di un lungometraggio. Abbiamo parlato con Nicola Parolini del premio vinto, della serie futura e, inevitabilmente, anche un po’ di cibo.
Ho letto sul vostro sito che Andrea, prima di frequentare la scuola del Teatro Stabile di Verona si era iscritto all’istituto alberghiero. Il vostro corto âgastronomicoâ è nato da questa sua esperienza?
Andrea è in effetti un ottimo cuoco, ma nessuno sul set a parte lui sapeva cucinare. Anzi, vedendo il corto, qualcuno ha osservato che nessuno chef taglierebbe le carote così. In realtà abbiamo scelto come titolo La Bouillabaisse solo per il suono strano e complicato. Il cibo e la cucina sono solo un pretesto.
Perché avete scelto di partecipare al 48 Hour Film Project e com’è stata l’esperienza?
Andrea aveva già partecipato nel 2012, quando il premio in Italia era diventato un programma di Rai5, col suo corto Viaggio, vincendo anche un premio. 48 Hour Film Project è certamente un’esperienza particolare: ti danno una serie di elementi obbligatori, compreso un oggetto, che era la racchetta da tennis, il nome e il ruolo di un personaggio, che è poi diventato il nostro infermiere, e una frase di dialogo. Noi a Roma abbiamo consegnato per ultimi e la cosa ci ha portato fortuna. Arrivare a New Orleans, trovaci in gara con corti di tutto il mondo, è stato veramente straordinario.
Come mai avete realizzato questa variante natalizia del corto?
Ci piaceva l’idea di rimettere in gioco i nostri personaggi, raccontare un altro frammento della loro vita. E, come registi, volevamo non perdere l’allenamento. Per prepararci alla serie.
A che punto siete con il progetto?
Noi siamo pronti per realizzare 10 o 12 puntate. Il cuore della serie rimane Antonella Civale, con altri personaggi che si alterneranno nelle puntate, più la presenza ogni volta di una guest star, una persona famosa che interpreta se stessa, ma deve attenere alle ferree regole della nostra cucina.
Contatti?
Diversi. Con l’idea della serie tv, anche se non abbiamo nulla contro la Rete. Purtroppo, molti parlano, anche con entusiasmo, pochi concretizzano. Speriamo bene. Intanto stiamo scrivendo anche la sceneggiatura di un film di genere favolistico. Il cinema è sempre il nostro primo amore.
Stefano Lusardi