Harvey Weinstein: come potrebbero cambiare gli Oscar dopo lo scandalo

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Lo scandalo Weinstein ha infiammato Hollywood e il produttore è stato buttato fuori dall’Academy: e adesso cosa succederà ai prossimi premi Oscar? Quali conseguenze avrà sul cinema la rimozione di Weinstein dalla società che porta il suo nome e dall’Academy? Prova ad anticiparlo un articolo di The New Yorker, il magazine che ha raccolto alcune delle accuse di molestie sessuali ricevute del produttore. Perché, scrive il giornale americano, “Un’Academy senza Weinstein è un po’ come Oz senza il suo Mago”.

“Weinstein non è stato solo un pesce grosso della stagione degli Oscar: l’ha praticamente inventata nella sua forma corrente”, scrive il New Yorker. “I suoi film, prima alla Miramax e poi alla Weinstein Company, hanno conquistato più di trecento nominations all’Oscar, in gran parte grazie alle aggressive campagne che lui stesso guidava”.

A partite dagli anni Novanta insomma, “con film come Pulp Fiction, La vita è bella (che la Miramax ha distribuito negli Usa, ndr.) e Shakespeare in Love, Weinstein è stato astuto e inarrestabile nella sua caccia ai voti per l’Oscar”. Come? Con le sue azioni di lobby, assoldando eserciti di publicists, e magari anche spargendo dicerie malevoli sui film rivali. La strategia di Weinstein è stata così efficace che oggi tutti la usano: i migliori strateghi dell’Oscar sono allievi della Miramax compresi, lo scorso anno, quello di La La Land e Moonlight.

 

Eppure, con i voti favorevoli di più di due terzi dei membri presenti al meeting convocato d’urgenza, l’Academy ha messo alla porta Weinstein con una decisione senza precedenti. E una motivazione ufficiale affilata come una spada: “Non solo ci dissociamo da qualcuno che non merita il rispetto dei colleghi, ma vogliamo anche mandare un messaggio: nella nostra industria è finita l’era della complicità vergognosa nei confronti dei comportamenti sessuali predatori e delle molestie sessuali sul posto di lavoro”.

Anche perché il caso Weinstein apre una valanga di dubbi su altri membri dell’Academy coinvolti in accuse simili, come Roman Polanski, che nel 1978 è stato riconosciuto colpevole di aver avuto un rapporto sessuale con una 13enne, o Bill Cosby, accusato di aver molestato decine di donne, o ancora Casey Affleck che ha addosso due denunce per molestie sessuali (e per questo il suo Oscar per Manchester By the Sea è stato duramente criticato).

L’Academy adotterà dunque un “codice morale” che faccia da semaforo al comportamento dei suoi membri? Difficile da credere. La decisione dell’Academy sembra più una reazione alla gigantesca portata dello scandalo piuttosto che un’azione programmatica. Hollywood ama bruciare i suoi miti, e a volte lo fa in fretta.

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