Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line aveva vinto un Oscar, qualche Golden Globe e svariati altri premi, chissà quale sarà la sorte del nuovo film di James Mangold, quel A Complete Unknown (qui il trailer) nel quale si raccontano gli anni giovanili – e fondamentali – nella vita di Bob Dylan. Come noto, interpretato da Timothée Chalamet, affiancato da Monica Barbaro come Joan Baez, Elle Fanning, nel ruolo della compagna Sylvie Russo, Edward Norton, in quello di Pete Seeger, Boyd Holbrook, come Johnny Cash, e Scoot McNairy, scelto per il malato Woody Guthrie, presenza importante pur se impossibilitato a parlare. Un biopic molto interessante, nelle sale italiane dal 23 gennaio 2025, che svelerà a molti la storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia della musica e non solo.
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IL FATTO
1961: il diciannovenne Bob Dylan arriva dal Minnesota a New York, armato solo di una chitarra e del blocco di appunti su cui scrive le strofe delle sue canzoni. Andando a rendere omaggio in ospedale al proprio idolo Woody Guthrie (Scoot McNairy) il ragazzo incontra Pete Seeger (Edward Norton), che prima lo ospita e poi lo introduce nel circuito folk del West Village, dove il talento del giovane Dylan inizia ben presto a rifulgere. Il film segue l’ascesa a star e i complicati legami sentimentali e musicali del musicista fino al fatidico 25 luglio 1965, quando Bob Dylan, sentendosi ormai ingabbiato nel ruolo di menestrello folk, sale sul palco del Newport Folk Festival imbracciando una chitarra elettrica e accompagnato da una band decisamente “rumorosa” per i canoni di quella manifestazione. Quella sarà solo la prima delle innumerevoli rivoluzioni e mutazioni artistiche che nei successivi 60 (!) anni hanno segnato la carriera dell’unico musicista che abbia mai vinto il Nobel per la letteratura.
L’OPINIONE
Parliamoci chiaro, che Timothée Chalamet fosse in grado di recitare il ruolo del giovane Dylan era abbastanza prevedibile, la grande perplessità veniva dall’ardita scelta di fargli anche cantare in prima persona alcune canzoni ormai entrate nella storia e nella nostra memoria con il timbro vocale inconfondibile di Sua Bobbytà. L’attore ha compensato l’incolmabile differenza vocale con il modello originale studiandone accuratamente la gestualità ottenendo il plausibile ritratto di un ragazzo alle prese con la contraddizione tra il desiderio di successo e quello di non farsi ingabbiare dalle aspettative che pubblico, discografici e fidanzate avevano nei suoi confronti.
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SE VI È PIACIUTO A COMPLETE UNKNOWN, GUARDATE ANCHE…
Io non sono qui (2007) di Todd Haynes rimane il miglior biopic dedicato a Dylan, mentre il documentario No Direction Home: Bob Dylan (2005) di Martin Scorsese segue da vicino proprio il periodo narrato in A Complete Unknown.
