Another Round, Paolo Sorrentino si confronta con Thomas Vinterberg: “Un film capolavoro”

Il regista napoletano e il regista danese si confrontano sul film di quest'ultimo, che Sorrentino ha definito "un capolavoro"

0

Paolo Sorrentino e Thomas Vinterberg si sono incontrati per la prima volta anni fa, quando i loro rispettivi film “La grande bellezza” e “Il sospetto” erano entrambi candidati all’Oscar per il miglior film straniero del 2014 (portato a casa, alla fine, da Sorrentino). Sette anni dopo, Vinterberg si ritrova a gareggiare nuovamente nella stessa categoria con il suo Another Round, oltre che nella prestigiosa cinquina dei migliori registi.

Presentato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma e premiato già con numerosi riconoscimenti internazionali, Another Round racconta la storia di quattro amici di mezz’età, tutti insegnanti di liceo, che decidono di testare una teoria secondo la quale, mantenendo un livello costante di alcol nel sangue, miglioreranno le loro vite.

Paolo Sorrentino (Italia), Felix Van Groeningen (Belgio), Thomas Vinterberg (Danimarca), Hany Abu-Assad (Palestina) e Rithy Panh (Cambogia) agli Oscar 2014

Due chiacchiere tra Italia e Danimarca

In una conversazione online organizzata da Directors U.K. di cui Variety ha avuto accesso esclusivo, Sorrentino e Vinterberg si sono potuti nuovamente confrontare, con il regista napoletano che ha ribadito la stima che prova nei confronti del collega, sottolineando il suo essere un vero gentleman ed elogiandone la sua ultima fatica.

“Questo film è un’opera d’arte per me, un grande esempio per il cinema. Un film sincero, coraggioso e malinconico. Ha nelle proprie mani tutte le qualità che un film dovrebbe avere” – afferma Sorrentino, che poi si rivolge direttamente al regista danese. “Io ho 50 anni, noi due siamo praticamente coetanei. La cosa più commovente che ho trovato del film è che si parla delle difficoltà a cui vanno incontro persone di mezza età, uomini che cercando di mantenere chiare [nella loro mente] le ambizioni che avevano da giovani.”

“Per me è un onore stare qui con te Paolo.” – esordisce Vinterberg – “Questo film è stato un’esplorazione, lo capivo mano a mano che lo stavo facendo. A cinquant’anni di certo si perde la curiosità, il brivido del rischio, e ci si ritrova circondati dalla ripetitività, dal senso di morte che si avvicina. Ho circondato il mio protagonista [interpretato da] Mads Mikkelsen di giovani e di ragazzi. Loro all’inizio sono come squali: annusano la sua insicurezza e vogliono farlo fuori. Alla fine però lui diventa parte di loro, si libera. Questo specchio tra la giovinezza, la libertà e l’età… e il fatto di essere un uomo che “esiste”, ma che non “vive”, sono i temi che abbiamo cercato di affrontare in questo film. 

Abbiamo usato l’alcol per creare l’elemento del rischio, per mettere questi uomini sul filo del rasoio. Ma anche per creare unione e condivisione, di uomini che si sentono soli ma si ritrovano” – conclude Vinterberg.

Un finale perfetto

Nel corso della conversazione, Sorrentino ha dichiarato di aver apprezzato moltissimo il finale del film, cosa che spesso non accade. “Il film finisce in una maniera ancora migliore di quella che mi ero immaginato e avevo sperato di vedere. Sono stato contentissimo di vedere il momento di massima felicità racchiuso in quel balletto che fa Mads alla fine”. 

Tra i complimenti migliori fatti da Sorrentino al collega ci sono quelli per essere riuscito a fare un film che coglie perfettamente quel momento di lieve ubriachezza in cui la vita ci sembra perfetta e siamo profondamente felici:

“Ti invidio perché ho sempre pensato che fosse una buona idea fare un film su quel preciso momento in cui non sei ubriaco, ma un po’ brillo. Un momento preciso che dura più o meno dai 20 minuti in su: sei un po’ ubriaco e credi che tutto sia possibile. Quando bevo, – e bevo tutte le sere – c’è un momento preciso in cui credo che la felicità sia possibile, che i miei amici siano i migliori amici che si possano avere, che mia moglie sia esattamente la donna perfetta che voglio. È qualcosa che dura 20/30 minuti, e ho sempre pensato che fosse un momento perfetto per farci un film. Sono stato molto felice di vedere che tu l’ha fatto, perché è esattamente quello che penso ogni sera quando bevo un paio di bicchieri di vino. Pensavo fosse impossibile fare un film su questa cosa, o addirittura che fosse impossibile fare anche solo una scena su questo”.

Potete ascoltare tutta la conversazione tra i due registi qua sotto.