C’è una legge “complicata” al centro del primo film di finzione di Mimmo Verdesca, il Per il mio bene che arriva al cinema il 5 dicembre con 01 Distribution e che vanta un cast interessante, guidato dalla coppia femminile di protagoniste composta da Barbora Bobulova e Stefania Sandrelli (dopo l’Uomo di fumo del 2023). Un “viaggio interiore“, per citare ancora il regista, del quale possiamo vedere il trailer ufficiale e alcune foto, in attersa della data di uscita.
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Con loro anche Marie Christine Barrault, nel cast completato da Sara Ciocca, Grazia Schiavo, Fabio Grossi, Gualtiero Burzi e arricchito dalla partecipazione di Leo Gullotta. Personaggi, che – spiega Verdesca – diventano “ognuno lo specchio dell’altro e il ponte naturale tra passato, presente e futuro” e l’occasione per porsi “domande assolute“, che da sempre incuriosiscono, appassionano e toccano il regista.
Una ricerca delle origini, della propria identità, tra “scoperte sconvolgenti e sofferte accettazioni” che, per il regista (in passato collaboratore di Marco Tullio Giordana e Ferzan Özpetek), arriva dopo una serie di importanti riconoscimenti ottenuti. Come Nastro d’Argento per il Miglior Documentario a In arte Lilia Silvi come e quello Speciale del 2017 a Sciuscià 70, o il premio per il Miglior Documentario al Giffoni Film Festival 2015 con Protagonisti per sempre.
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“L’intera narrazione, infatti, oltre che di luoghi e ambienti, che qui sono il riflesso di un temperamento, di una condizione e di uno stato d’animo, vive soprattutto di emozioni. Esse guidano i pensieri di tutti i personaggi, diventano il motore delle loro parole, delle loro azioni e rendono eloquenti i loro sguardi e i loro silenzi – conclude Verdesca. – Ho curato uno stile visivo essenziale e rigoroso per non snaturare la verità di ogni singolo sentimento raccontato, per non disperderne la vitalità e la purezza e permettere subito allo spettatore di riconoscersi e arrivare dritto al cuore di questa storia, che è, al tempo stesso, cruda e tenera, intima e universale, svelata in punta di piedi“.
Per il mio bene, trama
Giovanna è una donna forte, autonoma. Guida fieramente l’azienda di famiglia e cresce da sola una figlia adolescente. La sua vita scorre solida, fino a quando non scopre di avere una grave malattia. Per la prima volta ha bisogno di qualcuno. Cerca all’interno della famiglia un donatore compatibile, ma sua madre le confessa che non è possibile: nessuno fino a quel momento ha mai avuto il coraggio di dirle che è stata adottata. Giovanna non sa più chi è. Vorrebbe risalire alle sue vere origini ma si scontra con una legge complicata…
Quando il tribunale le comunica che sua madre biologica si rifiuta di aiutarla, Giovanna decide di aggirare le regole, rintraccia la donna e si presenta da lei, decisa a farsi conoscere. L’anziana donna che si trova davanti, Anna, è ostile e sfuggente, non si lascia avvicinare da nessuno. Mantenendo segreta la sua identità, Giovanna la avvicina con pazienza e sensibilità. Inizia tra loro un rapporto fatto di poche parole, gesti ruvidi e affetto. Anna lentamente si apre, inizia a fidarsi nuovamente di qualcuno, mentre Giovanna si dimentica del motivo di salute che l’ha spinta fin lì, per inseguire un bisogno di verità molto più profondo. Una verità legata alla storia della sua nascita.