Western Stars, quando Bruce Springsteen arriva al cinema

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Western Stars

In soli tre giorni di programmazione (è stato in sala dal 2 al 4 dicembre), l’ottimo Western Stars di Bruce Springsteen e Thom Zimny ha incassato in totale 200.000 euro. Il film, con una media di poco meno di 10.000 spettatori al giorno, è stato sul podio del box office nazionale fino a martedì scorso (mercoledì è stato scalzato da Cetto c’è senzadubbiamente). Quasi numeri da concerto (indoor). Speriamo di vederlo presto in Blu-ray e Dvd.

Nel frattempo ecco la nostra recensione al film che ha avuto la sua (affollatissima) anteprima alla Festa del Cinema di Roma, con videopresentazione di Springsteen.
Molto più che un film-concerto. Per il suo esordio da (co)regista, Bruce Springsteen sceglie di risuonare (live), nel fienile di casa nel New Jersey, canzone per canzone, tutto il nuovo album, Western Stars (13 pezzi più una cover finale). Storie di viandanti e cascatori professionisti, cavalli selvaggi, motel polverosi, vecchie glorie del cinema, ubriaconi e varia umanità ferita, disillusa e in cerca di luce. Riesegue i pezzi del disco con una band inedita, di oltre trenta elementi, e una voce ancora più struggente che nell’album.

Fra le canzoni, Springsteen alterna frammenti parlati, accompagnati da suggestive sequenze “western”, girate in parte al Joshua Tree National Park, in California, ma anche filmini familiari con la moglie Patti Scialfa, e infine riflessioni sulla vita, la musica e il dolore. Echi di John Ford, John Wayne e Flannery O’Connor, come già nell’album omonimo. Bruce “è“ il film, è voce narrante che ci accompagna nel suo personale e (in parte) ideale road movie. È straordinario volto che recita (senza maschere) mentre interpreta le canzoni guardando in macchina. Puro soul da cinema classico.