Cannes 2023, Alice Rohrwacher parla del suo La Chimera in Concorso

In gara per la Palma d’oro La chimera vede protagonista Josh O’Connor con la partecipazione di Alba Rohrwacher e Isabella Rossellini

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Josh O’Connor, Alice Rohrwacher, Carol Duarte, Isabella Rossellini e Alba Rohrwacher

La chimera nasce dalle suggestioni assorbite sin dall’infanzia dalla regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher nella sua terra, dove il film è stato girato e da dove è partito per il suo viaggio verso il 76° Festival di Cannes. Dopo la nomination agli Oscar 2023 per il cortometraggio Le pupille, Alice Rohrwacher torna a Cannes per la terza volta in concorso e racconta di un film ambientato nel luogo in cui lei e sua sorella Alba sono cresciute. La chimera è interpretato da Josh O’Connor (il principe Carlo d’Inghilterra nella terza e quarta stagione di The Crown) con Carol Duarte, Vincenzo Nemolato e con la partecipazione di Alba Rohrwacher e Isabella Rossellini e sarà in sala con 01 Distribution.

La chimera è la storia di Arthur, archeologo mancato con un dono: lui può percepire il vuoto sotto la terra, quello in cui si trovano nascoste le vestigia di un mondo passato. Ma Arthur si porta dentro anche il dolore di una grave perdita.

“È un film che parla del passato e del presente, dell’al di là e dell’al di qua, del sopra e del sotto. La chimera è qualcosa che vorremmo sempre raggiungere ma non riusciamo mai, per Arthur è anche un amore che ha perso”, spiega Alice Rohrwacher.

Dopo Le meraviglie (2014) e Lazzaro felice (2018), la regista torna ancora una volta sui temi a lei più cari, come la natura e il legame di questa con l’uomo. “Questo film è una grande occasione per individuare i legami tra le cose, il rapporto tra l’uomo e la natura è centrale nella mia vita e anche in questa storia mi interessava esplorare il rapporto con l’invisibile, che conta quanto il visibile, ne è un tramite anche”.

Questa volta Rohrwacher aggiunge uno sguardo vagamente più soprannaturale ad un racconto fortemente legato alle sue origini. “Nel luogo in cui sono cresciuta – racconta la regista – capitava spesso di ascoltare storie di segreti ritrovamenti, di scavi clandestini e di avventure misteriose. Fin da piccola nella mia regione sentivo raccontare dei maledetti tombaroli e ciò che mi impressionava di più non era tanto che loro facessero questa attività contro la legge dei vivi, ma piuttosto che lo facessero contro la legge dei morti. Queste due cose mi avevano un po’ turbato. Mi chiedevo come fosse possibile che dopo 2000 anni queste persone si permettessero di entrare in quelle tombe e profanarle”.

Ne La chimera Arthur aiuta un gruppo di tombaroli a individuare i siti dove potrebbero nascondersi reperti archeologici che potenzialmente potrebbero costituire un prezioso tesoro. “Ognuno insegue la sua chimera – dice Rohrwacher –, senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale”.

La ricerca di tesori antichi nascosti sottoterra per la regista rappresenta anche “un desiderio di affermarsi rispetto al passato, e di creare un nuovo legame con le cose e la natura. Da ciò che gli Etruschi ci hanno lasciato capiamo che l’uomo è parte di un sistema naturale ed è chiaro che nel momento in cui le loro tombe vengono profanate quel legame si spezza”.

Alice Rohrwacher è la terza regista italiana, insieme a Marco Bellocchio e Nanni Moretti, a presentare un suo film in concorso al 76° Festival di Cannes ed è anche l’unica donna italiana, una responsabilità che la giovane autrice commenta così: “Quando presenti un lavoro portato avanti per tanti anni davanti a una platea così vasta, internazionale e importante c’è sempre un momento di sano panico, di terrore. Per me però è incredibile già solo essere stata invitata a questa cerimonia insieme a tanti nomi così illustri del cinema, sono persone che hanno alimentato la mia libertà di sguardo”.

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