Il 77° Festival di Cannes comincia, la giuria, composta da Greta Gerwig, Lily Gladstone, Eva Green, Omar Sy e dal nostro Pierfrancesco Favino con i registi Juan Antonio Bayona e Kore-eda Hirokazu, la regista Nadine Labaki e la sceneggiatrice Ebru Ceylan, si presenta alla stampa in un clima di grandi aspettative verso i titoli in concorso e di immancabili interrogativi, che quest’anno riguardano lo sciopero pianificato dai lavoratori del Festival di Cannes, le annunciate rivelazioni da parte di attrici mondiali sui casi di molestie di genere nel cinema e le guerre ancora in corso che affliggono Gaza a Ucraina.
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“È più di un sogno che diventa vero – dice subito Gerwig, che quest’anno presiede la giuria di Cannes 2024 – è un onore che nemmeno avrei potuto sognare”. Per le prossime due settimane i membri della giuria guarderanno e discuteranno di film in concorso come Megalopolis di Francis Ford Coppola, Parthenope di Paolo Sorrentino, Kinds Of Kindness di Yorgos Lanthimos, Oh Canada Paul Schrader, The Apprentice di Ali Abbasi, The Shrouds di David Cronenberg, solo per citare i più attesi, e al termine decreteranno i vincitori delle ambite Palme d’oro.
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Pierfrancesco Favino, che al Festival sarà presente anche nel cast del film Fuori concorso Le Comte de Monte-Cristo di Alexandre De La Patelliere e Matthieu Delaporte, sottolinea l’importanza professionalmente straordinaria di far parte della giuria di Cannes 2024: “È difficile trovare spazi di vera libertà in cui discutere davvero sinceramente le idee intorno al cinema e penso che questo sia un luogo magico che offre la possibilità di guardare film di registi incredibili, condividerli insieme, cambiare anche idea e imparare. È uno dei regali più grandi che potessi ricevere”.
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“Penso che una delle cose migliori che possiamo fare è cercare la bellezza, ricordare al mondo che c’è bellezza in ciò che fanno coloro che realizzano film e c’è un significato in ciò che facciamo. I film possono parlare alle persone e si spera che parlino alla parte migliore di esse. Questo è il motivo per cui io ho scelto di fare l’attore. Io sono qui senza sentirmi in colpa come essere umano perché penso che mostriamo anche il fatto che se cerchiamo la bellezza potremo cercare la pace e le cose buone nella vita“.
A proposito della denuncia annunciata per un rinnovato #metoo a Cannes, a cui già il delegato generale Thierry Framaux nella conferenza stampa di apertura aveva evitato di rispondere, la presidente Greta Gerwig sceglie un punto di vista naturalmente diplomatico. Per la regista e sceneggiatrice di Barbie è un bene che la comunità cinematografica provi a cambiare lo stato delle cose raccontando storie. “Ho visto un sostanziale cambiamento in America ed è importante che continuiamo ad espandere la conversazione, ma in una direzione corretta, che consenta di tenere aperti i canali di comunicazione”. Mentre Eva Green aggiunge che la questione non riguarda solo il cinema, ma è ben più estesa.
All’interno della giuria di Cannes 2024 Favino si troverà a dover giudicare le performance di colleghi internazionali, ma la sua principale aspettativa, confessa l’attore, è quella di essere sorpreso e continuare ad imparare. “Non credo che ci siano trucchi. Puoi essere un grande attore, ma si perde sempre un po’ di sé nell’interpretazione di un collega. Tutti abbiamo l’opportunità di imparare. Fondamentalmente non credo di cercare qualcosa mentre guardo ad un film, perché altrimenti sarei troppo selettivo, mi piace essere sorpreso. Come tutti, mi aspetto di dimenticare dove sono e di essere portato altrove”.
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Se da un lato le grandi questioni odierne, come la guerra e i diritti di parità di genere, premono sul cinema, ne influenzano le istanze e in diversi modi si palesano anche nei grandi eventi che lo riguardano, dall’altro Gerwig sottolinea che ciò che rende l’arte cinematografica davvero meravigliosa è il fatto di avere una forma molto lenta di realizzazione, “per fare un film ci possono volere anche anni; anni e anni di lavoro che si condensano in una, due, tre ore sul grande schermo che portano in tutto il mondo il punto di vista specifico e personale di un artista. Penso che già il fatto di guardare attivamente un film coinvolga nella discussione di ciò che tutti, registi, sceneggiatori e attori, intendono comunicare”.