Carbonia Film Festival: la nuova edizione apre con “Mariupolis”

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Il film del regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso ad aprile in Ucraina, inaugura il festival il 12 maggio, alla presenza della vedova Hanna Bilobrova. Tra gli ospiti anche Shahrbanoo Sadat, Diana El Jeiroudi, Lodo Guenzi, Orwa Nyrabia, Stefania Muresu, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini.

Si accendono i riflettori sulla nuova edizione del Carbonia Film Festival, che dal 12 al 15 maggio animerà il centro del Sulcis per quattro giorni di cinema, spettacolo musica e fotografia, con un focus sulla formazione dei giovani grazie alle masterclass del progetto How to Film the World.

Ad inaugurare il festival, giovedì 12 maggio, sarà un incontro dalle tematiche fortemente radicate nell’attualità. La serata si aprirà con la proiezione di Mariupolis di Mantas Kvedaravicius (ore 21.00, Cineteatro Centrale), il regista lituano rimasto ucciso lo scorso aprile proprio a Mariupol, dove era impegnato nelle riprese di un nuovo documentario sul conflitto in corso. Mariupolis, girato nel 2016, racconta l’insorgere delle prime tensioni nell’area geografica oggi al centro del dibattito mondiale.
Ad accompagnare il film, per un incontro il pubblico, sarà la vedova del regista Hanna Bilobrova, determinata a concludere il lavoro cominciato da Mantas a Mariupol.

Ma la giornata inaugurale si apre anche all’insegna della fotografia, con la mostra Fioridicarta di Pietro Basoccu il cui taglio del nastro è in programma alle 18 negli spazi della Biblioteca Comunale di viale Arsia. Curata da Salvatore Ligios, l’esposizione riflette per immagini su un doppio binario: da un lato il declino dell’industrializzazione nell’isola attraverso la storia della Cartiera di Arbatax, che per 30 anni ha dato lavoro a oltre 700 persone; dall’altro il caso Barbagia Flores, uno degli episodi di cronaca più controversi della storia recente della Sardegna.

Fioridicarta sono il filo rosso che unisce le due tragedie narrate. «In questa terra – spiega Basoccu – nascono e muoiono sogni industriali e con il mio lavoro ho cercato di raccontare due sogni infranti che hanno cambiato il territorio dal punto di vista paesaggistico, antropologico, economico e sociale. Fabbriche nel deserto che hanno sbriciolato vite e lasciato in agonia un’intera comunità».

Carbonia Film Festival prosegue poi sino a domenica con un cartellone fortemente impegnato nel racconto del contemporaneo, e una serie di film in grado di accendere il dibattito sul nostro tempo.

Si parlerà dei conflitti in Siria e in Afghanistan con i lavori di Diana El Jeiroudi Shahrbanoo Sadat. Temi che verranno poi approfonditi in una tavola rotonda dal titolo Il racconto del rifugio – Tavola rotonda con filmmaker in esilio, in collaborazione con “International Coalition for Filmmakers at Risk” (iniziativa a sostegno dei cineasti in luoghi di guerra promossa da “International Documentary Film Festival Amsterdam”, “International Film Festival Rotterdam” e “European Film Academy”).

E ancora Lodo Guenzi, voce de Lo Stato Sociale recentemente prestato al cinema, che porterà uno speciale spettacolo tra musica e parole, intitolato Abbiamo vinto la guerra?; l’illustratrice Sarah Mazzetti, il fotografo Pietro Basoccu, i registi Matteo BotrugnoDaniele ColucciniStefania MuresuDaniele AtzeniMarco Antonio Pani.

Il programma completo è consultabile sul sito del festival all’indirizzo www.carboniafilmfest.org