Carlo Verdone: “Le sale sono il posto più sicuro del mondo, non vorrei che tutti si abituassero al divano”

Carlo Verdone è stato intervistato dal Corriere.it

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Carlo Verdone ha rilasciato un’intervista al Corriere.it per la promozione del suo nuovo libro uscito a febbraio, La carezza della memoria, (edito da Bompiani) che nasce da uno scatolone dimenticato in un armadio pieno di foto e appunti e ritrovato durante il lockdown. «Dietro c’era un racconto, qualcosa da dire. Tanti episodi li avevo rimossi».

L’attore romano ha anche raccontato cosa ne pensa delle sale chiuse e del fatto che il mondo della spettacolo è in crisi partendo dall’uscita del suo nuovo film “Si Vive una volta Sola” che doveva arrivare in sala nel febbraio 2020 ma che poi, a causa della pandemia globale, è stato rimandato a data da destinarsi.

I medici sono i protagonisti del suo nuovo film, Si vive una volta sola. Doveva uscire più di un anno fa…  

«Abbiamo aspettato finché era possibile. Un miracolo che non s’è mai avverato. Eravamo convinti che prima o poi ce l’avremmo fatta. A maggio, a settembre… A Natale le cose sono peggiorate. È diventato complicato tenerlo bloccato, perché c’è il pericolo che il film invecchi. Finiremo su una piattaforma. Abbiamo sperato in tutti i modi ma non puoi tenerlo fermo per un anno».

Le sale diventeranno i cinema d’essai di una volta, una nicchia?

«Oggi sono il posto più sicuro del mondo, si entra in pochi, con la mascherina. Non vorrei che tutti si abituassero al divano. A casa ti squilla il telefono, il cane abbaia, c’è sempre qualcuno che parla. È un’interruzione continua. Il cinema è il tempio dell’immagine. La condizione dell’aggregazione e la condivisione sono fondamentali. Se anche Scorsese e Ridley Scott si sono messi a scrivere serie tv, anche loro pensano che non finirà presto, io stesso ho finito di scrivere la serie Vita da Carlo per Amazon: la mia vita vera al venti per cento e all’ottanta è romanzata. Ma la sala non morirà mai».