Cartoons on the Bay e il fenomeno Pera Toons

Il fumettista toscano racconta il suo successo tra social e libri

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Foto di Maurizio D'Avanzo

Per chi ancora non lo conoscesse, vi diamo un paio di numeri: 2.3 milioni di followers su Tik Tok, 990 mila su Instagram e 525 mila su Facebook. Le sue freddure minimal e gli enigmi animati sono tra i più virali sui social. A maggio è stato l'”autore più venduto d’Italia (il suo ultimo libro, Divertimenti, viaggia anche tre volte meglio di Harry Potter). Parliamo di Pera Toons, nome d’arte di Alessandro Perugini, fumettista aretino classe 1982 esploso sui social e come fenomeno editoriale con già all’attivo cinque pubblicazioni.

Ospite ieri al Cartoons on the Bay, Pera Toons ha ripercorso il suo successo in un incontro moderato da Emanuele di Giorgi, amministratore della casa editrice Tunué: «Decisi di diventare famoso attraverso i social, ma non sapevo come – racconta Perugini -. Mi allenai dapprima con Instagram, visto che tutti mi dicevano che Facebook stava morendo. Il mio scopo era quello di creare una community per poter vendere un prodotto, anche se il mio obiettivo è sempre stato quello di strappare una risata a tutti». Il successo non ha tardato ad arrivare, la community pure. Nel 2018 esce la sua prima raccolta, Chi ha ucciso Kenny? (pubblicata anche negli States), poi la svolta nel 2020, anno della pandemia, con Ridi che è meglio, un vero e proprio caso editoriale con oltre 200 mila copie vendute.

«Ho cominciato a capire che non ero solo un meme o un fuoco di paglia, ma un mezzo per trasmettere davvero qualcosa alle persone» continua Pera Toons, dichiarandosi orgoglioso soprattutto del target che le sue freddure hanno cominciato a raggiungere: «Il mio target sono i bambini che cominciano a leggere, quelli dai 6 anni in su. Tante mamme e babbi –  scusate io li chiamo così perché sono toscano – mi fermano e mi ringraziano dicendomi: ‘I miei bambini hanno iniziato a leggere con te, il problema è che poi raccontano tutto il giorno le tue battute, ne inventano di nuove e non se ne può più…».

Quarant’anni compiuti lo scorso anno, Perugini ha trovato nei giochi di parole il suo habitat preferito: «Mi piacciono perché li trovo molto legati alla matematica. Mi diverto a fare quello che faccio, punto tanto sul metodo, mi sveglio presto la mattina e non mi abbatto se le cose non vengono». 

Foto di Maurizio D’Avanzo