Censura a La Scuola Cattolica, Francesco Rutelli: “Sorpreso e preoccupato per un divieto arcaico”

Il Presidente dell'ANICA, Francesco Rutelli, commenta la decisione della Commissione di censurare il film sull'efferato delitto del Circeo

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“Sorpresa e preoccupazione” per la duplice decisione, resa nota questa mattina, delle Commissioni ministeriali “di sottoporre a un divieto ormai arcaico” il filmLa Scuola cattolica di Stefano Mordini. È il commento di Francesco Rutelli, Presidente dell’ANICA.

“Purtroppo gli annunci di abolizione della censura non hanno trovato riscontro in una procedura che – spero per poche settimane – è ancora in vigore. Mentre i nostri giovanissimi possono accedere attraverso il web a contenuti violenti e veramente indegni, opere dell’ingegno – in questo caso, un film importante tratto dal libro di Albinati che ha vinto il “Premio Strega” – vengono assoggettate a pareri occhiuti e fuori dal tempo. Qualcosa non funziona, se si pensa di far votare i sedicenni, ma gli si impedisce di vedere un film di qualità. Un film basato su fatti di cronaca, cui tutti hanno avuto liberamente accesso e che hanno profondamente interpellato la società italiana.”

Francesco Rutelli
Francesco Rutelli (ANSA/ANGELO CARCONI)

Decisione che ha fatto non poco discutere, definita dal regista Stefano Mordini come una “limitazione della libertà artistica e di espressione degli autori”:

Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano. Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca.  E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali.