Cha Cha Real Smooth, intervista esclusiva al regista Cooper Raiff

Il nuovo astro della Hollywood indipendente Cooper Raiff parla a Ciak del suo secondo lungometraggio, dove scrive, dirige e recita accanto a Dakota Johnson. Da oggi su Apple TV+

0

Immaginate di essere un ragazzo nato in Texas nel 1997: è la storia di Cooper Raiff, talento emergente del cinema statunitense e non solo, che nel 2020 scrive, dirige e interpreta Shithouse, film semi-autobiografico realizzato nei weekend, aiutato dai suoi compagni d’università. Il film vince il Gran Premio della giuria del Festival di Austin South by Southwest (SXSW). Rincuorato dal risultato Raiff scrive, dirige e interpreta anche Cha Cha Real Smooth, presentato in anteprima il 23 gennaio scorso nella categoria US Dramatic Competition del Sundance Film Festival, dove vince il premio del pubblico e, soprattutto, viene notato dai talent scout della Apple, che si assicurano i diritti mondiali del film per circa 15 milioni di dollari (in streaming in Italia su Apple TV+ da oggi). Cha Cha Real Smooth racconta l’agrodolce storia di Andrew (Raiff), laureato nel New Jersey che non ha ancora capito cosa vuole fare della sua vita, ma intanto si innamora perdutamente di Domino (Dakota Johnson), madre di una figlia adolescente autistica, da lui incontrata mentre lavora come animatore durante il bar mitzvah del fratello minore e dei suoi compagni di classe. Nel cast ci sono anche Leslie Mann, Brad Garrett, Vanessa Burghardt, Raul Castillo ed Evan Assante e Ciak ha incontrato in esclusiva Cooper Raiff, perché raccontasse la sua storia.

Sia nel precedente Shithouse, sia in Cha Cha Real Smooth lei interpreta un personaggio che sembra autobiografico. È così?
È decisamente autobiografico. Per me è interessante provare a capire esattamente cosa mi stia ispirando, ma penso di essere molto simile ad Andrew, ai suoi problemi nella vita e a come il suo interesse per altre relazioni abbia in qual- che modo rallentato la sua crescita personale. D’altra parte sono anche molto diverso da lui, perché io sarei un orribile animatore di party: lui è molto estroverso a differenza di me, ma il senso di sé che gli manca è lo stesso senso di sé che manca a me. Mi piace avere 20 anni e rendermi conto che la mia festa deve cominciare, ma non so da dove iniziare.

Come inizio essere sceneggiatore, regista e attore non è poi così male, no?
Penso che quel che ho fatto finora mi sia riuscito perché non avevo nozioni preconcette del tipo: voglio davvero essere un regista. Quando qualcuno dice che vuole diventare un regista che aspetto ha? A me non piace voler controllare le cose, ma ho sempre voluto far parte della realizzazione di un film e non avevo modo di farlo: non avevo una connessione ed era come se non ci fosse alcun modo per iniziare. Così ho fatto un film con i miei due migliori amici e quella piccola cosa si è trasformata in Shithouse, che è fondamentalmente la mia storia d’amore al college. Ero davvero entusiasta di recitare nel film e avrei voluto che qualcun altro lo dirigesse, ma nessuno voleva dirigere le mie storie d’amore al college, così ho dovuto farlo io. Quando è giunto il momento di montare il film poi non avevamo abbastanza soldi per convincere qualcuno a farlo, così ho iniziato a montarlo io, imparando il software. Insomma, mi sono dovuto impegnare in tutto, perché questo era il solo modo di realizzare il film. Con Cha Cha ho fatto quello che mi veniva naturale, ma nel prossimo film penso di fare un passo indietro, perché mi sono reso conto che quello che amo veramente è la regia.

Quale sarà il prossimo film?
Si intitola The Trashers, è stato scritto da Adam R. Perlman (N.d.A.: è lo sceneggiatore di Billions e The Good Wife) ed è basato sulla storia vera di un uomo d’affari che ha acquistato una squadra di hockey della lega minore nel 2004 e ha incaricato il figlio adolescente di gestirla. Io mi sono davvero innamorato della storia e volevo dirigerla, ma non c’era nessuna parte che volessi recitare, forse perché non era un’idea originale venuta dal mio cervello.

Il suo esordio fa pensare a quello di Peter Jackson, che nel 1987 aveva scritto, diretto e interpretato Fuori di testa, girandolo con gli amici nei weekend. Potrebbe essere stato un suo modello?

Ehm, non credo che io potrei mai fare Il Signore degli Anelli. Giorni fa però ho visto Jerry Maguire di Cameron Crowe e ho amato così tanto il suo film che penso che sia lui quello di cui mi piacerebbe seguire le orme. Non in- tendo imitarlo, ma vorrei raggiungere i suoi stessi risultati: far innamorare il pubblico dei personaggi come riesce a lui.

In Cha Cha Real Smooth c’è una grande empatia tra lei e gli altri attori. Avete provato a lungo prima di girare?
Mi sarebbe piaciuto provare, io voglio tutto il tempo possibile per le prove, ma con questo film, semplicemente, non avevamo tempo per le prove. Il problema era duplice: avevamo pochi soldi e poco tempo disponibile del cast. Ho combattuto davvero duramente per cercare di ottenere almeno due giorni con gli attori, ma semplicemente non è successo, così ho cercato di sfruttare al meglio il poco tempo che avevamo e ci sono alcune persone che mi hanno davvero emozionato. Per fortuna nel film su cui sto lavorando ora avrò almeno una settimana di prove: per me è importante presentarmi sul set e sentire di essere come a un’audizione.

Lei è stato scoperto all’edizione online del Sundance e ora il suo film va su una piatta- forma. Che rapporto ha con la sala?
Se mi avessi beccato quattro mesi fa, ti avrei detto che ero assolutamente grato a chiunque guardasse il mio film: che fosse su un iPhone, un laptop, o al cinema. Poi a marzo ho avuto la mia prima esperienza a un festival cinematografico al South by Southwest, quando ho finalmente visto in sala Cha Cha ed è stato come se non l’avessi mai visto prima. Sono stato catapultato indietro nel tempo, il mio film era stato girato nel bel mezzo della pandemia, io non ero andato al cinema per così tanto tempo e non avevo pensato davvero che sarebbe mai stato proiettato in sala, finché non l’ho visto con un grande pubblico. È stata un’esperienza così diversa che ora voglio davvero che anche The Trashers possa arrivare nei cinema, anche se nasce per il piccolo schermo. Per me è fondamentale che sia visto in una sala, con persone che ridono insieme, perché solo l’esperienza cinematografica dona queste emozioni incredibili.

Ancora una cosa, ma davvero non vuole più recitare? Lei ha un grande talento.
Ti ringrazio per questo, ma non credo che re- citerò più per molto tempo. Gli attori hanno questa capacità davvero incredibile di dire, assorbire e vivere le parole degli altri, mentre io, semplicemente, non ho quella capacità. Quindi, per poter recitare, posso farlo solo su testi che ho scritto io, ma ora come ora non mi vedo a scrivere per me stesso per un bel po’ di tempo.