Nel mare di progetti hollywoodiani naufragati in un nulla di fatto non possiamo non ricordare Gambit, il film stand alone dedicato al personaggio dei fumetti Marvel (parte dell’universo X-Men) rimasto bloccato per anni e infine abbandonato.
Il film sarebbe dovuto uscire ufficialmente nel 2016 con Rupert Wyatt alla regia e Channing Tatum protagonista, ma dopo svariati posticipi e l’acquisizione della Fox da parte della Disney tutto sfumò in un nulla di fatto. In una lunga intervista con Variety, Tatum è tornato a parlare del progetto, al quale era attaccato dal 2014. I primi problemi sono arrivati quando Tatum e Reid Carolin (produttore cinematografico e sceneggiatore di Magic Mike) avrebbero chiesto alla Fox, che allora produceva i film sui mutanti Marvel, di dirigere l’adattamento.
“Lo studio non voleva che lo dirigessimo – ha detto Tatum – Volevano chiunque tranne noi, essenzialmente, perché non avevamo mai diretto nulla”.
Tatum ha affermato che era così innamorato della sceneggiatura, descritta come qualcosa di simile ai toni irriverenti di Deadpool, da essere disposto a rinunciare alla regia, cosa che fece. Ma neanche questo fu sufficiente: dopo vari tentativi con altri registi e nonostante l’ingresso nel cast di Lea Seydoux, il film è naufragò senza mai entrare in produzione. Per la Disney era meglio puntare sugli Avengers, non sugli spin-off di X-Men.
“Lo stop a Gambit mi lasciò traumatizzato – rivela Tatum, a tal punto da giurare di non guardare più un film sugli Avengers – Ho spento la mia macchina Marvel. Non ho potuto vedere nessuno dei film. Amavo quel personaggio. Ero semplicemente troppo triste. È stato come perdere un amico, perché ero prontissimo a interpretarlo”.
Nonostante non sia riuscito a portare Gambit sul grande schermo, Tatum non ha mostrato segni di rallentamento in carriera. L’attore sarà il prossimo protagonista della commedia Dog, del film d’azione/romanticpe The Lost D al fianco di Sandra Bullock, nonché del prossimo sequel di Magic Mike, Magic Mike’s. Last Dance, diretto da Steven Soderbergh.
