Checco Zalone mattatore al Festival di Sanremo

Luca Medici, alias Checco Zalone, sul palco del Festival di Sanremo 2022 dà spettacolo.

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Checco Zalone e Amadeus, Sanremo 2022

Dopo annunci altisonanti e una trepidante attesa questa sera Luca Medici nei panni del mitico Checco Zalone ha fatto il suo ingresso sul palco del Festival di Sanremo.

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“È commuovente, questo palco ti strega” dice Zalone appena arrivato e quasi commosso aggiunge “mi sento un Måneskin in questo momento”. Poi ironizza, finge modestia, ma si riprende al confronto con Amadeus e gli dice: “Grazie a nome di tutti gli italiani, ci fai sentire tutti geni!”.

Zalone commenta la serata precedente del Festival e scherza: “Bellissima l’idea di Ornella Muti doppiata dalla De Filippi”. Amadues gli fa da spalla, finge imbarazzo, ma fatica a trattenere le risate. E man mano che Zalone procede si resta sempre sul filo della tensione nell’attesa della prima battuta scorretta che potrà fare.

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Ma come sempre Luca Medici sorprende con la sua comicità ironica, sprezzante e scorretta al punto giusto tale da potersi permettere di scherzare anche sulla figura delle vallette: “una scema la potevi mettere” dice ad Amadeus, risultando tutt’altro che offensivo.

“Vedi Amadeus – spiega pazientemente Zalone al presentatore -, i tempi stanno cambiando stiamo superando alcuni pregiudizi, ma i pregiudizi non possono essere scrostati via dalle nostre coscienze come un detersivo. Dobbiamo rivolgerci alla nuova generazione insegnandogli che esiste non solo l’amore fatto tra uomo, donna, Amadeus e altri feticci, ma anche l’amore universale”

Così Zalone mette in scena la storia di una Cenerentola in versione LGBQT esilarante ambientata in Calabria. E tra qualche battuta ironica, che non risparmia proprio nessuno, dai ‘terroni’ ai transessuali dall’accento brasiliano a fate-estetiste, nessuno, compreso il presentatore, riesce a trattenere le risate. E conclude la prima delle sue performance sul palco dell’Ariston con una canzone che attacca: “Sao, la gente è strana, che vuole a fragola e a banana”. E al climax della musica canta: “Io, mo sarei il diverso? Che ipocrisia nell’universo”.

Dopo l’intermezzo di qualche canzone, Luca Medici torna sul palco, berretto in testa, nei panni di Raga-di, un grande rapper tormentato da demoni del passato. Interpreta “Poco ricco” e dice: “Che ne sai tu di me, delle mie gioie represse, del mio iPhone 5, ma senza la S”. “Sento ancora le ferite di quando ero poco ricco – canta Raga-di -, ma il cash non mi ha cambiato”. E il rapper esce augurando ‘buon PNR’ a tutti.

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Oronzo Carrisi, cantante virologo preoccupato dalla fine della pandemia, entra in scena e con il Coro-virus intona: “Pandemia ora che vai via che ci faccio con la rosolia?”. Il dottor Carrisi, inutile dirlo, è cugino di sangue di Al Bano, ma non vuol parlare del parente, il suo agente glielo ha vietato, perché tutti i virologi oggi hanno un agente! Prima della pandemia il virologo, in quanto a prestigio, stava sotto al podologo e poco più su dell’estetista, ma poi c’è stato il riscatto: “Voglio dire a tutti i giovani che intraprendono carriere difficili, come i vulcanologi, i tornadologi: ‘non vi preoccupate, prima o poi Fabio Fazio chiamerà anche voi!'”. Poi Oronzo chiarisce una cosa importante: “Chiedere a un virologo se è d’accordo con un altro virologo vuol dire non capire un ca*** di virologia: sta scritto su lu patto de Ippocrate”. e quando Amadeus gli chiede se c’è una cosa su cui i virologi sono tutti d’accordo, Carrisi risponde: “Che non avevamo capito nu ca***!”. Ma la pacchia per i virologi sta per finire .