Ciak d’oro 2022, la premiazione dei vincitori nello speciale Sky Tg24

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Come tradizione, i vincitori dei Ciak d’oro 2022 sono stati protagonisti di un programma speciale su Sky Tg24, il canale all news di Sky che anche quest’anno è partner editoriale del nostro giornale nell’operazione Ciak d’oro del pubblico. La premiazione, condotta dal vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci e il direttore di Ciak Flavio Natalia, ha visto la presenza, in studio o in collegamento, di tutti i vincitori, da Stefano Accorsi, ElodieFabrizio Moro, Alessio De Leonardis, a Susy Del Giudice, Sergio Rubini, Paolo Sorrentino e Mario Martone.

Stefano Accorsi ha vinto il Ciak d’oro per il Miglior attore grazie alla (strepitosa) interpretazione del giovane nevrotico che si scopre chef nella commedia a sfondo sociale Marilyn ha gli occhi neri, di Simone Godano. «Definirlo solo una commedia non rende abbastanza l’idea – ha commentato l’attore in collegamento – È un film che tratta con leggerezza temi profondi senza tralasciare lo spessore dei personaggi e la complessità delle situazioni». A differenza del suo personaggio, le doti da chef di Accorsi non sono propriamente stellari, come ha ironicamente sottolineato lui stesso, descrivendo la preparazione del suo piatto forte: le lenticchie con il tonno (vedi video sotto).

Miglior attrice è stata eletta Susy Del Giudice, lodatissima Luisa De Filippo nel film di Rubini.

 

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Ad Elodie, star della musica ma protagonista esordiente in Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, è andato il Ciak d’oro come Rivelazione cinematografica dell’anno, e un’altra star del Pop, Fabrizio Moro, ha vinto con il brano Sei tu, scritto per Ghiaccio, il Ciak d’oro per la Canzone originale in un film. E Moro, in coppia con Alessio De Leonardis, si è aggiudicato proprio per Ghiaccio anche il premio per il Miglior esordio alla regia, che quest’anno assume una importanza ancora maggiore grazie alla scelta di Mastercard di affiancare Ciak nella valorizzazione dei talenti emergenti del nostro cinema, una collaborazione che ha preso il via proprio con i Ciak d’oro 2022. «C’è tanto di nostro in questa storia: parliamo di riscatto sociale, che nel caso del film si rispecchia nello sport, mentre nelle nostre vite si è rispecchiato in altro, nella voglia di realizzare un sogno» hanno spiegato i due registi. 

Miglior film è stato eletto I fratelli De Filippo, firmato da Sergio Rubini e prodotto da Pepito, che aveva già raccolto successo in sala a fine 2021 dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, per poi esplodere nell’audience su Raiuno durante le scorse feste natalizie e nel coeso dell’anno su RaiPlay. «È una storia di rivalsa, una storia bellissima che ci racconta che anche partendo dalle retrovie possiamo ribaltare il nostro destino» ha detto Rubini, sottolineando come i De Filippo siano state delle figure fondamentali per la riforma del teatro. «Siamo abituati a vedere i Fratelli De Filippo come ‘polverosi’, sempre perennemente in bianco e nero, quando in realtà sono stati dei rivoluzionari spregiudicati, hanno modificato e riformato completamente il teatro. Da loro capiamo che è possibile cambiare il nostro destino, bisogna avere coraggio, tenacia e soprattutto anche avere la forza di modificare il presente e farlo diventare futuro»

 

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La migliore regia è stata appannaggio di Paolo Sorrentino per il suo E’ stata la mano di Dio, nominato agli ultimi Oscar tra i film non in lingua inglese. E al regista napoletano, che dieci anni fa, proprio in questi giorni, dava gli ultimi ritocchi a La grande bellezza, poi vincitore dell’Oscar, è andato per acclamazione anche il SuperCiak d’oro come Personaggio del decennio del nostro cinema, per essere stato protagonista di una decade scandita dalle sue regie, da Youth a The Young Pope e The New Pope, che hanno cambiato per sempre a livello internazionale il concetto di serialità d’autore, fino al successo di E’ stata la mano di Dio a Venezia e in tanti festival internazionali, oltre che al box office e su Netflix. Il Superciak d’oro 2022 è andato a un’altra figura chiave del cinema che ha le sue radici nel tessuto partenopeo, Mario Martone, che dopo il successo di pubblico, critica e premi di prestigio di Qui rido io (tra gli altri, anche quattro Ciak d’oro), ha punteggiato il 2022 con il successo della Boheme in chiave cinematografica e portato Nostalgia, il suo ultimo (bellissimo) film, in gara a Cannes e fino alla selezione per gli Oscar 2023, oltre che ai primi posti del box office, prima di cambiare ancora registro e cimentarsi nel ricordo di Massimo Troisi, in un lavoro, Laggiù qualcuno mi ama, che vedremo in sala entro febbraio.