Come far litigare mamma e papà, Carolina Crescentini e il valore dell’imperfezione

L’attrice è donna in carriera, madre e moglie perfetta in Come far litigare mamma e papà di Gianluca Ansanelli, in sala dall’11 settembre con Warner, ma avverte: “Così si rischia di diventare soffocanti”

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Carolina Crescentini

In Come far litigare mamma e papà, commedia di Gianluca Ansanelli nelle sale dall’11 settembre con Warner Bros. Pictures, è una donna in carriera, una madre e una moglie che punta a essere perfetta. Ma per Carolina Crescentini bisogna «dare un certo valore all’imperfezione, nonostante viviamo in una società dove dobbiamo mostrarci sempre di più rispetto a come siamo». Imperfezione che, come spiega l’attrice a Ciak, va accettata anche nella sua professione.

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Crescentini, Miriam è una donna ossessionata dalla perfezione.
È adepta di uno psicologo infantile e vuole fare tutto al meglio, non solo nei confronti del figlio, ma anche del marito. È troppo perfetta e presente su ogni cosa, e rischia di diventare soffocante e maniacale.

Chi è che non vorrebbe essere perfetto?
A forza di esserlo, ci stressiamo e basta. Penso, invece, bisognerebbe accogliere le imperfezioni, dargli un certo valore. Carolina Crescentini

Miriam è anche una dirigente di azienda, con una posizione lavorativa più stabile e importante rispetto al marito.
Lui soffre per questo e sull’argomento si potrebbe aprire un discorso assai ampio. Le donne hanno da sempre lottato per affermarsi e si sono sentite schiacciate dagli uomini, che ora, invece, in certe situazioni, si sentono sminuiti. Problemi loro (ride, ndr). Questo dovrebbe diventare uno stimolo per fare di più.

Carolina Crescentini, Andrea Condè, Valentina Barbieri, Giampaolo Morelli

Come far litigare mamma e papà è un family. Non capita spesso di vederla in film di questo genere.
Quando riesco li faccio. Mi divertono molto. Ho una nipotina che amo e tanti miei film non li può vedere. Anni fa feci una commedia con Lillo e quando andammo a vederla insieme, ricordo la sua emozione e commozione, qualcosa che noi adulti spesso ci dimentichiamo. Così, quando posso, faccio film come questo perché anche la mia famiglia possa vederli.

C’è chi ritiene che la commedia sia semplice da fare.
La commedia è qualcosa che si fa molto seriamente. Sono importanti la sceneggiatura, i tempi, e soprattutto devi credere fino in fondo nelle cose che fai e dici. Anche quando sono assurde, estreme, esasperate. Altrimenti non avrei potuto interpretare quella “cagna maledetta” di Corinna di Boris. Carolina Crescentini

La quarta stagione è arrivata dodici anni dopo la terza. Per vedere la quinta di Boris, quanto bisognerà aspettare?
Speriamo meno. Incrociamo le dita. Noi attori siamo prontissimi ad andare avanti. Quando ci siamo rivisti per la quarta stagione ci abbiamo messo pochissimo a riprendere in mano i nostri ruoli. Sono personaggi che vorremmo portare fino alla pensione.

Intanto, dal 26 settembre la vedremo anche su Netflix nella seconda stagione di Tutto chiede salvezza.
Quando l’ho letta mi sono fatta grandi pianti. È una serie molto emotiva che nasce dal libro di Daniele Mencarelli, qui anche sceneggiatore. Francesco Bruni è un regista attento, che sa affrontare con delicatezza tematiche come la fragilità e le patologie che affliggono pure i giovani. Siamo tutti fragili e fallibili, e dobbiamo permetterci di chiedere aiuto.

Anche in questa serie è una madre.
Giorgia è, probabilmente, il vero problema di sua figlia Nina. È una donna che chiede il riscatto della vita che non ha avuto. Una madre opprimente, con delle convinzioni estreme. Ma nella serie farà un percorso che potrebbe far bene anche a lei.

Sarà poi nella seconda stagione di The Bad Guy, dal 5 dicembre su Prime Video.
La mia è solo una partecipazione, ma sono felice di aver fatto parte del progetto. Alla fine non è importante se il ruolo è grande o piccolo. Mi interessa raccontare le persone.

Dopo oltre vent’anni che fa l’attrice, le capita di vivere ancora oggi momenti di difficoltà? Carolina Crescentini

Questo è un mestiere che con la crisi va a braccetto. Facciamo una vita basata sui provini e sono più quelli per cui non sei giusta. Ma ci fai pace, senza inseguire la perfezione, che in questo lavoro complesso, difficile anche da spiegare, è inesistente. Oltre al cuore, serve resistenza. Ci saranno sempre momenti di sconforto, bisogna saperli affrontare e accettare anche quando non sei giusta per un ruolo. Ci vuole una certa onestà nel dire che un personaggio non fa per te.

E il ruolo di Adelina Tattilo, editrice di riviste erotiche che interpreta nella serie Mrs Playmen, perché faceva per lei?
Corinna avrebbe già spifferato tutto persino ai giornali di gossip. Io, per ora, della serie e del personaggio non posso dire nulla.