Halloween – La notte delle streghe, i 40 anni di un cult movie da paura

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Non sappiamo se William Shatner abbia partecipato a fine ottobre alle celebrazioni per i 40 anni di Halloween – La notte delle streghe, inizialmente intitolato The Babysitter Murders, ma se anche fosse non ci sarebbe stato niente di strano: in fondo anche lui ha contribuito alla creazione di una delle saghe horror più riuscite della storia del cinema.

Nel suo caso si può proprio dire che ha “prestato” il suo volto al sanguinario protagonista Michael Myers, per 15 anni in manicomio per aver ucciso la sorella da bambino e di nuovo omicida di giovani ragazze dopo essere fuggito durante un trasferimento. Da una maschera di Shatner in Star Trek, infatti, costata circa un dollaro e riverniciata di bianco (oltre al taglio dei capelli e alle orbite degli occhi rifatte), è nato uno dei travestimenti più terrificanti
del cinema horror. All’epoca il regista del film, John Carpenter, aveva 30 anni e dopo Dark Star (1974) e soprattutto Distretto 13 – Le brigate della morte (1975) era considerato un astro nascente del nuovo cinema americano. Nonostante questo il budget messo a sua disposizione per Halloween fu di soli 325 mila dollari (per il produttore esecutivo, Mustapha Akkad, la cifra l’aveva stabilita Carpenter stesso), metà dei quali utilizzati per noleggiare le macchine da presa Panavision e realizzare il film in formato panoramico.

john carpenter

QUESTIONI DI BUDGET – In questo budget ridotto rientrano, oltre alla maschera, la scelta di Carpenter di comporre le musiche in proprio (come la maggior parte dei suoi film), la “collaborazione” della storica produttrice e amica del regista, Debra Hill, le cui mani sono state utilizzate per le riprese in soggettiva di Michael da piccolo, l’impiego dei costumi
personali degli attori e il ridottissimo compenso del cast, composto perlopiù da sconosciuti. Anche il già affermato Donald Pleasence ebbe uno scarso compenso: 20 mila dollari per cinque giorni di lavoro nei panni del dottor Loomis, il medico di Myers.  Dietro la maschera dell’omicida si avvicendarono ben sei attori, anche se il principale accreditato è Nick Castle, amico del regista. In realtà Carpenter sperava di avere nel ruolo di Loomis Christopher Lee o Peter Cushing, le stelle della Hammer, ma entrambi avevano rifiutato (Lee poi si pentì) per via del compenso e Pleasence aveva accettato solo perché a sua figlia musicista era piaciuta la colonna sonora di Distretto 13.

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PSYCO, UN MODELLO DI RIFERIMENTO –  Il regista, grande cinefilo, ha modellato i movimenti di Myers su quelli di Yul Brynner ne Il mondo dei robot di Crichton (1975) e ha reso omaggio ad Alfred Hitchcock scritturando per il ruolo della protagonista Laurie Strode la semi-sconosciuta (era nel cast della serie Tv Operazione sottoveste) Jamie Lee Curtis, figlia di Janet Leigh, la Marion Crane di Psycho, pagandola in tutto 8000 dollari. Sempre a Psycho si rifà il nome dello psichiatra Sam Loomis, che in quel film era l’amante del personaggio della Leigh.

UN SUCCESSO CLAMOROSO – Halloween fu girato in soli venti giorni nella primavera del 1978. Dopo la sua uscita e il clamoroso incasso di 70 milioni di dollari diventò un caso nella cinematografia indipendente, creando un genere a sé e diverse imitazioni che non hanno mai raggiunto la potenza espressiva e i virtuosismi tecnici del lavoro di Carpenter. E generò una decina di prequel/sequel più Halloween III – Il signore
della notte (1982), che ha una storia diversa. L’ultimo in ordine di tempo è Halloween di David Gordon Green uscito il 25 ottobre, considerato il vero sequel dell’originale, con di nuovo Jamie Lee Curtis e Castle come interpreti.