Da Bones and All a The Menu, perché il cannibalismo sembra di moda?

The Hollywood Reporter ha chiesto ad un esperto le ragioni per cui il tema del cannibalismo è sempre più presente nel mondo dell’intrattenimento

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Timothée Chalamet, Bones and All

Bones and All, la storia di amore cannibalismo di Luca Guadagnino, è appena uscito nelle sale, mentre dalla settimana scorsa The Menu, il thriller horror sullo chef impersonato da Raolph Fiennes, al cinema dal 17 novembre ha conquistato il secondo posto della classifica del box office settimanale. Cibo, violenza, cannibalismo: a guardare a questi due titoli più alcuni delle serie Tv più viste di recente come Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, su Netflix da settembre, o Yellowjackets, sembrerebbe che questi temi stiano riscuotendo grande diffusione e interesse nel mondo dell’intrattenimento tra il pubblico. Perché?

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Per rispondere a questa domanda The Hollywood Reporter ha contattato il professore emerito di biologia della Long Island University Bill Schutt, autore dell’acclamato libro “Cannibalism: A Perfectly Natural History” e di “Dark Banquet: Blood and the Curious Lives of Blood-Feeding Creature”. Schutt ha condiviso il suo punto di vista sul tema del cannibalismo e ciò che lo rende il più grande tabù occidentale così allettante.

È stata una sorpresa quando ho iniziato a scrivere un libro sul cannibalismo, che era così diffuso in natura. Sto parlando di centinaia e migliaia di specie, dagli invertebrati alle scimmie, che consumano i loro piccoli per motivi di cui fino a poco tempo fa non sapevamo nulla”, ha raccontato Schutt.

Il professore prosegue poi spiegando la ragione per cui a suo avviso il cannibalismo è diventato uno dei più grandi tabù della storia occidentale: “Nella cultura occidentale – dai tempi dei greci, poi dei romani e a tutti gli altri – c’era questa idea che il cannibalismo fosse la cosa peggiore che si potesse fare”.

È diventato senza dubbio il tabù occidentale numero uno anche dove altre culture praticavano il cannibalismo, quando si sono presentati gli occidentali – continua Schutt – Quindi, in un mondo dominato dalla cultura occidentale, qualsiasi traccia di cannibalismo come rituale è scomparsa. Ma c’erano culture che non avevano quell’influenza occidentale in cui il cannibalismo ha avuto luogo fino a tempi relativamente recenti per cose come riti funebri”.

Quindi non penso che ci sia qualcosa di evolutivo o di genetico che impedisce il cannibalismo. Penso che sia un fatto culturale”, conclude Schutt.

Il professore approfondisce poi la ragione per cui il cannibalismo starebbe suscitando un tale fascino. “C’è questo tipo di aspetto cruento che è attraente per le persone se visto attraverso il filtro della finzione. Vent’anni fa era Hannibal Lecter; ora è Timothée Chalamet”.

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Secondo Schutt è l’idea del sangue unita al cibo a creare grande interesse: Direi che il cannibalismo è stuzzicante tanto quanto lo è stato il vampirismo, sebbene il primo sia ancora più estremo. E ancora una volta, questi argomenti producono quell’effetto solo se possono essere visti attraverso un filtro di finzione. Il cibo, che è spesso visto come sexy, più il tabù produce fascino”.

Fonte: The Hollywood Reporter