Da Fassbinder a Russell, Denis Ménochet racconta il suo Peter Von Kant

L'attore francese Denis Ménochet, interprete del film di Ozon in Concorso alla Berlinale 2022, racconta dei tanti registi con cui ha lavorato

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Denis Ménochet in Peter von Kant

“Non potrei imitare Fassbinder nemmeno in un milione di anni”. Denis Ménochet, protagonista di Peter Von Kant di François Ozon, film in concorso alla Berlinale 2022, racconta a Ciak la sfida di aver interpretato il personaggio di un grande regista.

L’attore francese Ménochet incarna in Peter Von Kant di Ozon la trasposizione del regista tedesco Rainer Werner Fassbinder nel rifacimento del suo stesso film Le lacrime di Petra Von Kant (1972). Come ha spiegato lo stesso Ozon, il film è una rilettura personale dell’opera, ma anche dell’uomo che fu Fassbinder. Ménochet, pur essendosi molto documentato in merito alla personalità del regista tedesco, sottolinea che molto del suop personaggio viene dalla scrittura realizzata da Ozon.

“Io penso che fosse molto spezzato – racconta Ménochet di Fassbinder -, era giovane e aveva questa concezione idealizzata dell’amore puro. Alla fine, il film è una lettera d’amore di Ozon a Fassbinder e al cinema. C’è quasi un senso di nostalgia e amore, ma nostalgia per il cinema”.

Denis Ménochet ha una lunga carriera alle spalle che gli ha consentito di collaborare e osservare il lavoro di diversi registi internazionali. Nel parlare del personaggio che di fatto rappresenta Fassbinder stesso, l’attore non può fare a meno di menzionare la sua esperienza sul set con i tanti e diversi registi con cui ha avuto a che fare.

In Bastardi senza gloria ha lavorato con Tarantino, il quale lo ha definito il “Robert Mitchum francese”; ma “a Tarantino non bisogna fare domande però, con lui bisogna solo fare quel che ti dice!” racconta ridendo Ménochet.

Solo nell’ultimo anno ha partecipato a ben 5 produzioni internazionali, tra cui The French Dispatch di Wes Anderson, The Mauritanian di Kevin Macdonald, Disappointment Blvd.(ancora in fase di post-produzione) diretto da Ari Aster con Joaquin Phoenix e sarà protagonista con Marina Foïs del prossimo film di Rodrigo Sorogoyen, As bestas. Ma Ménochet, ricordando con dolore la recente scomparsa del suo amico e collega Gaspard Ulliel, dice di sentirsi semplicemente molto fortunato. “Non le programmo queste cose, se non dovessero essercene altre sarò comunque contento”: commenta.

Per Peter, che nel film di Ozon è un regista di fama, che perde la testa per un giovane attore di cui promuove l’esordio, non si è ispirato ad un nome in particolare, piuttosto, per realizzare la scena che rappresenta il climax della storia, racconta di aver ripensato ad un video in cui si vede David Owen Russell (Il lato positivo – Silver Linings Playbook, 2012) dare di matto contro Lily Tomlin sul set di I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita (2004): “In quel video si vede Russel che butta tutto per aria, urla e aggredisce con parole forti Tomlin. Non ho precisamente preso ispirazione da lui, ma ho pensato spesso a quel video”.

Tuttavia il Peter Von Kant di Ménochet è un regista molto diverso da quelli con cui l’attore ha lavorato nella sua vita: “Non potrei mai lavorare con un regista che mi grida contro. Quando ho un problema con chi dirige il film io lo lascio” dice.

François Ozon in particolare è secondo lui un regista brillante che porta una grande rispetto verso i suoi attori. “Con François si può fare qualunque cosa, ma allo stesso tempo lui ha una visione molto precisa delle cose e non vuole che si perda tempo. Mi sento felice ad aver potuto girare tre film con lui”. Anche Ari Aster e Rodrigo Sorogoyen sono registi incredibili secondo Ménochet, dalle idee molto chiare ma anche capaci di ascoltare.